A proposito del ballottaggio in Francia e dell’unità dei partiti di centro-sinistra contro l’ascesa dell’estrema destra, l’ex segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti ha detto la sua in un’intervista a Qn.
«Lo scontro in Francia è tra democratici e Rassemblement national, che non lo è. E’ giusto schierarsi contro una destra modernamente reazionaria. Tanto più in quanto è coerente con la tradizione politica francese, che è diversa da quella italiana».
«In Francia l’opposizione alle destre si fonda su due elementi: l’alleanza delle sinistre e la disciplina repubblicana, motivo per cui i gollisti si sono sempre opposti alla destra. Siccome ultimamente la disciplina repubblicana ha traballato, è nato il Nouveau front populaire, che ha perso, ma ha retto la sfida. Tanto è vero che la partita è ancora aperta. I giovani hanno votato largamente contro il Rn, in sintonia con lotte sociali e per i diritti, i movimenti pro Palestina e ambientalisti. E maggiore è l’affluenza più si assottiglia il distacco con la destra. Cosicché un uomo come Macron, che vuol mandare i soldati in Ucraina, sostiene la desistenza in favore di un fronte popolare che si oppone al Rn e attesta il proprio protagonismo in fase difensiva. Cosa poi possano costruire in positivo resta da vedere».
«Un paragone tra Rn e France Insoumise di Melanchon è impossibile: uno è una minaccia e l’altra no. La minaccia è il Rn, che può vincere e governare. France Insoumise fa parte del campo democratico, il Rn no. Non tutto lo schieramento delle destre è antidemocratico, ma comprende una forte componente che lo è assolutamente. Mi pare difficile che si possano includere queste componenti in una coalizione senza incorrere in rischi per la democrazia. I seguaci di Trump li abbiamo visti all’opera».
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