Picchiata a sangue perché chattava con un ragazzo e rifiutava il matrimonio combinato con un cugino in Pakistan che non aveva mai visto. La storia di una ragazza pakistana scoperta a Matera ricorda drammaticamente quella di Saman Abbas, la ragazza di Novellara uccisa dai familiari a 17 anni proprio per aver rifiutato un matrimonio combinato. Fortunatamente è venuta alla luce prima che le conseguenze fossero irreparabili, grazie alla denuncia di una fonte confidenziale arrivata alla polizia nell’ambito della campagna itinerante “Una vita da social”.
Dopo la denuncia il padre della ragazza è stato arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia e costrizione al matrimonio. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’uomo sottoponeva la figlia adolescente a gravi vessazioni, con una costante pressione psicologica ed emotiva da parte del padre ma anche violente aggressioni fisiche sino a farla finire in ospedale per medicazioni. Secondo l’accusa, infatti, l’uomo avrebbe proibito alla ragazza di scegliere liberamente le proprie amicizie, di uscire in compagnia di coetanei e le avrebbe tolto il telefono cellulare per lunghi periodi, in modo da impedirle di comunicare con gli amici.
Una sera, lo scorso 15 aprile, ha scoperto che lei chattava con un ragazzo e che lo aveva anche incontrato. Così con un paio di forbici le ha tagliato i capelli e con un manico di scopa l’ha colpita più volte, con una forza tale da romperlo. Le percosse sarebbero continuate anche mentre la figlia era riversa sul pavimento, inerme e sanguinante, e nonostante la moglie lo supplicasse di fermarsi. Soltanto fingendosi svenuta, la ragazza è riuscita a sottrarsi alla brutale punizione. Poi è stata portata in ospedale, costretta a riferire di essersi procurata le lesioni cadendo dalla bicicletta.
La Polizia è venuta a conoscenza dell’episodio durante la tappa a Matera della campagna itinerante ”Una vita da social”, rivolta a studenti e insegnanti delle scuole secondarie, grazie ad una fonte confidenziale che ha riferito l’accaduto ad un operatore dell’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, della Direzione Centrale della Polizia Criminale). In questo modo è stato attivato il codice rosso. La ragazza è stata affidata ai servizi sociali mentre l’uomo è stato arrestato in esecuzione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Inizialmente condotto in carcere, l’uomo si trova ora ai domiciliari.
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