VOGHERA. Le indagini sulla morte di Cristina Frazzica, la ricercatrice trentenne vogherese uccisa in una terribile incidente nel golfo di Napoli, nel mare di Posillipo – travolta da uno yacht mentre era sul kayak insieme ad un amico – proseguono con nuove verifiche.
Una serie di accertamenti tecnici su alcuni reperti sequestrati si sono infatti svolti, l’altro ieri, su disposizione della Procura di Napoli. Per l'accertamento tecnico irripetibile, che si è svolto nel laboratorio di genetica forense, è stato nominato un consulente di parte, così come avvenuto per tutte le perizie finora disposte dagli inquirenti. In buona sostanza, sono state sottoposte a indagine forense, per la ricerca di tracce biologiche con relativa identificazione del Dna, alcune parti (chiglia, eliche, etc.) dello yacht che, il 9 giugno scorso, aveva travolto Cristina Frazzica, uccidendola praticamente sul colpo. Per questo accertamento è stato nominato un consulente di parte, così come avvenuto per tutte le perizie finora disposte dagli inquirenti. La famiglia di Cristina Frazzica è assistita da Giuseppe Vacca della società Giesse che, attraverso il legale di fiducia, l'avvocato Gianluca Giordano, sta seguendo le attività investigative: «Per avere dei risultati, comunque, ci vorranno almeno sessanta giorni», ha spiegato ieri l’avvocato Giordano.
In questa fase di indagine, poi, si è fatta chiarezza, almeno per ora, su quale imbarcazione abbia travolto il kayak. Vi è una discreta certezza che si tratti dello yacht da 18 metri dell’unico indagato, l’avvocato Guido Furgiuele, il quale aveva raccontato di non essersi assolutamente accorto dell’imbarcazione e, una volta resosi conto dell’incidente, si era immediatamente fermato a prestare soccorso. In ogni caso, gli accertamenti, in particolare quest’ultimo, sono stati svolti su parti dello yacht che è ormai l’unica imbarcazione rimasta sotto sequestro da parte della Procura.
Intanto, nei giorni scorsi, si sono svolti una serie di eventi per ricordare Cristina, per fare in modo che tragedie di questo tipo non si ripetano più. La famiglia Frazzica ha infatti partecipato ad alcuni incontri a Napoli, prima al dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II, dove Cristina aveva iniziato la Pharmatech Academy, e poi nella sede del Coni Campania per incontrare il presidente Sergio Roncelli e varie realtà sportive e pianificare con loro iniziative in memoria di Cristina, da quelle più strettamente sportive alle campagne di formazione e sensibilizzazione sulla guida sicura in mare rivolte ai giovani. La famiglia ha anche incontrato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha ribadito le condoglianze a nome della città: «Abbiamo voluto ringraziarlo per il modo in cui ci è stato accanto a seguito della tragedia - spiega la famiglia Frazzica - Piccoli gesti che abbiamo apprezzato e che ci hanno fatto sentire meno soli. Siamo contenti di aver trovato, anche nell'amministrazione di un Comune così importante, piena disponibilità e impegno affinché, in futuro, non si debba piangere un'altra “Cristina”. Il suo sacrificio non deve essere stato vano».