Presi a pallate dalla Svizzera, in uno dei momenti più bassi della storia del calcio azzurro, dopo aver raggiunto la qualificazione al 98’ con la Croazia.
Mastica amaro il commissario tecnico Luciano Spalletti, cui la prima manifestazione internazionale va di traverso alla vigilia delle qualificazioni Mondiali, una rassegna che l’Italia diserta da due edizioni. Mastica amaro, ma chiede anche tempo: «Una ventina di partite per provare maggiori cose mi sarebbero servite, purtroppo a differenza dei miei predecessori non ne ho avute. Comunque la responsabilità è tutta mia, parlerò col presidente Gravina».
Così Luciano Spalletti nel dopo partita. Che inizia così: «Quel gol nel secondo tempo ci ha tagliato le gambe, – attacca il tecnico –. Anche se nel finale di partita siamo stati nella loro metacampo ma poco incisivi».
Questione di ritmo innanzi tutto per l’allenatore di Certaldo: «C’è stata troppa differenza tra il ritmo degli svizzeri e quello messo in campo dai miei giocatori. E al di là del ritmo c’è stata una grande differenza tra le individualità».
Questione di ritmo. E di freschezza. Fisicamente non stava in piedi questa Nazionale rispetto alle altre. «La freschezza fa sempre la differenza, per questo ho fatto recuperare diversi giocatori, probabilmente in questo momento con troppi condizionamenti non siamo in grado di fare di più». Dice che serve più gamba, che la strada è lunga, dice che serve tempo Spalletti.
Ma tempo non ce n’è per l’Italia, perchè il Mondiale manca da 10 anni e andando avanti così mancherà ancora.
Ancora: «Ci vogliono più ritmo, più qualità, più sacrificio, in diversi siamo stati poco continui nel rosicchiare metro dopo metro, centimetro dopo centimetro. Ci siamo portati dietro tanti problemi evidenziati nel finale di campionato, insomma non siamo arrigvati nella condizione ideale».
Modulo? Difesa a quattro e non a tre? «Quando giochi così è difficile parlare di moduli – continua Spalletti –. Dico che questa esperienza, questa eliminazione ci danno delle indicazioni che ci sono delle cose che dobbiamo cambiare. Ci vogliono più gamba, più velocità, al di là di quella che deve essere la qualità di gioco».
Fabio Capello a Sky evidenzia tutti gli errori tattici e i limiti della rosa azzurra con una lucidità impressionante: «Non abbiamo perso contro il Brasile», azzarda.
E poi esce allo scoperto la parola responsabilità. Se le prende tutte Spalletti: «La responsabilità è sempre dell’allenatore - continua –. Le scelte le ho fatte io, parlo sempre col presidente Figc Gabriele Gravina, sentirò naturalmente quel che ha da dire».
E ancora: «Ognuno è responsabile delle squadre che allena sia a livello di gioco che di risultati. Ora cambierò qualcosa». Ha espresso il massimo possibile dai giocatori italiani questa Nazionale? «Non lo so – dice il cittì – non ho avuto molto tempo per conoscere i giocatori, perchè gli allenatori precedenti prima di Europei e Mondiali hanno avuto una ventina di partite, qualche amichevole in più mi sarebbe stata d’aiuto. Se si va a vedere c’è una grande differenza tra il tempo che ho avuto a disposizione io e gli altri. Non è un risultato così scandaloso come verrà fuori, non mi dimetto».