di Beatrice Sarzi Amade
Tra 24 ore, i francesi voteranno. RN di Marine Le Pen non avrà mai il 50% che significa la maggioranza, la vera, assoluta.
Avrà almeno un terzo cospicuo e quindi due terzi del parlamento contro di lui. Il Fronte Popolare avrà un piccolo terzo e il polo Rinascimento+LR avrà l’altro. Per la distribuzione delle poltrone, invece, è tutto molto meno chiaro. Dipende dal numero di triangoli. Se le relazioni antirazziste sono ovunque, con ritiro automatico triangolare, la RN potrebbe avere solo un piccolo terzo dei parlamentari.
Il Parlamento sarebbe quindi diviso in tre forze più o meno uguali, che molti temono, ma che a mio parere sarebbero eccellenti. Sarebbe molto più complicato avere una maggioranza assoluta che gestirebbe tutto l’ordine del giorno, ma per questo bisogna negoziare, e rinegoziare, lasciare andare l’est e scambiare una misura contro un’altra, per costruire maggioranze. Certamente è oltremodo vero che tutti fanno il loro gioco, invece di rifiutare un provvedimento che sarebbe tentato di approvare, solo perché non presentato dal partito giusto.
Ciò significherebbe che la Francia imparerebbe finalmente a dialogare e a negoziare, a partire dalle sue politiche, che tutti lamentano delle crescenti tensioni e dell’odio o del comunismo.
In questa configurazione, Macron dovrebbe avere la saggezza di nominare un 1° ministro “apolitico” (ma dove trovarlo? ) per formare un governo di coalizione, o meglio, per portare avanti i fili ad uno ad uno, in maniera trans partisan, riunendo maggioranze diverse a seconda del tema, come accade in molti parlamenti democratici nel mondo. Un apprendimento che porterebbe futuri ottimisti per la Francia, che non è più sola al mondo nel dover affrontare una competizione agguerrita. Ha bisogno di tutti e quindi di democrazia per avere successo.
Questa sarebbe la situazione ideale.
Il problema è che l’alta affluenza annunciata prevede molti triangolari (per restare al 2° turno, un candidato deve avere il 12,5% degli elettori). E chi dice triangolare, se il 3 non si stende, il più delle volte significa l’elezione del candidato RN che passerebbe davanti agli altri due, se non vengono assemblati. Ecco come si potrebbe finire con un estrema destra al potere, con la maggioranza assoluta dei deputati.
Per evitare questo, il NI ovviamente non è la risposta. Nel 2° turno di voti a favore del candidato nella migliore posizione è necessario per vincere, che tra l’altro non è necessariamente quello che è arrivato in vetta. Il rischio non sta che la FI prenda il potere, la FI fa da spaventapasseri per troppi francesi: la maggioranza degli ebrei e degli ebrei che guadagnano più di 3500 € al mese e tutti coloro che pensano che l’islamismo sia un pericolo o che la “Wokismo” stia esagerando. Inoltre tutti quelli che pensano che i problemi debbano essere risolti con la consultazione piuttosto che con il conflitto proposto da Mélenchon.
Bardella non vuole litigare. Da buon populista, quello che sogna è di poter radere tutti aggratis. Come la sinistra, non vuole strappare privilegi a nessuno.
Bardella è un immigrato sfuggito ai controlli; la sinistra, è l’8% più ricco, erroneamente assimilato (e infinitamente in malafede) ai super ricchi. Ma scusate, con 3500 € al mese, o anche 4.000 o 5000, non siamo super ricchi. Siamo semplicemente a nostro agio a goderci i frutti del nostro lavoro e dei nostri sforzi.
Tra parentesi, se è vero che ci sono lavori fisicamente più faticosi di altri, i lavori stressanti lo sono altrettanto. E vorrei che la gente smettesse di dire, come Bardella, che ha interrotto gli studi a 18 anni, che contano solo gli anni di lavoro. Perché anni di scuola di medicina, ad esempio, tra selezione approssimativa del primo anno e turni di soggiorno notturno, valgono anni di paga di 35 ore settimanali, quando li abbiamo facilmente raddoppiati in diversi anni.
È stancante Jordi!
Insomma, ci sono ingiustizie nel sistema, serve solidarietà e i super ricchi (da diverse decine di milioni di fortune) e per maggiori motivi gli iper ricchi (miliardari) sono un problema, ma anche l’insicurezza, così come i ritiri record in Francia, in un mondo in competizione aperta come oltre alle evoluzioni sociali, sono importanti e devono essere gestite in modo intelligente e sottile, senza dimenticare i grandi pericoli che ci minacciano: Putin, Cina, e riscaldamento globale.
Su questi grandi pericoli come su tutto il resto, le suggestioni di Bardella sono indigenti: composizione della realtà, senza alcuna profondità. Mentre il suo capo attacca direttamente il dominio del Presidente, che deve aver accontentato il Cremlino, Bardella sostiene, come sempre, due cose e il contrario: “Non lascerà che la Russia prenda il controllo dell’Ucraina”, ma “non vuole essere inviare in Russia truppe o missili a lungo raggio.
Chiaramente, questo significa che non vogliamo che l’Ucraina venga schiacciata, ma non vogliamo nemmeno che vinca. Quindi lei deve fare pace con le condizioni della Russia consegnando Crimea e Donbass. Il conflitto sarà congelato per anni, sul modello coreano, come ha sempre sostenuto Putin.( a cui le persone di senno non credono conoscendo il soggetto).
Il pericolo sta che se Bardella arriva al potere con la maggioranza assoluta, è che faccia quello che vuole per un anno, durante il quale l’Eliseo non potrà intervenire. Ciò include misure per garantire la sua vittoria in seguito, che vanno dal taglio delle circoscrizioni elettorali, alla privatizzazione dei canali pubblici, sostituiti da giornalisti privati, fino agli ordini.
Tutte le cose che Orban e consorti sono riusciti a fare molto velocemente, per garantire maggioranze durature, sul modello Putin.
Detto questo il popolo francese, me compresa, è pronto come sempre a combattere anche una guerra civile, perché chi sa far le rivoluzioni non vuole essere schiacciato da miserabili poco esperti e perché abbiamo ben in mente che siamo sovrani, e il governo deve lavorare per noi e mai il contrario.
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