Piverone
E il mondo del vino? Vittorio Garda, enologo della Cantina la Serra di Piverone, membro dei Giovani vignaioli canavesani e viticoltore a Carema, per mestiere e prima ancora per passione studia l’impatto del clima sulle produzioni canavesane. «In Canavese, ciclicamente una volta ogni circa 10 anni, si hanno annate molto piovose intervallate da momenti di medie piovosità e basse piovosità». L'ultima grande annata piovosa è stata la 2014, preceduta dalla 2010 e prima ancora dalla 2002. «Rispettivamente in queste annate caddero 1.921, 1.538 e 1.768 mm. Nulla di strano quindi. È probabile dunque che il 2024 (avendo ancora 5 mesi davanti) rientri tra queste annate. Non esiste tuttavia una connessione diretta con la qualità dei vini».
Cioè? «Le annate calde e asciutte portano ad avere vini pronti prima e costanti. Le annate aride causano invece cali eccessivi di acidità tali da limitare (probabilmente) la tendenza di un vino ad evolvere positivamente per svariate decadi. Le annate fredde e umide, al contrario, portano a produrre vini con maggiori spigolosità (eccessi di acidità) nei primi anni, ma dall'incredibile potenziale di affinamento. A conferma di ciò le espressioni uniche e sorprendenti dei vini a base Erbaluce prodotti nella 2010 e 2014 (oltre che, per uscir fuori zona, dei Baroli). Vini che andrebbero conservati come testimoni assoluti della potenza del nostro terroir e della ragguardevole bontà del nostro vitigno bianco».
Quindi che vini dobbiamo aspettarci dal 2024? «Dobbiamo ancora giocarcela. Sarà compito dei produttori decidere se uscire subito con questi vini o attendere il momento migliore basandosi sull'assaggio e il confronto con le annate a disposizione nel proprio record. C'è da sottolineare infine le differenze tra zona e zona in Canavese in quanto a precipitazioni». —
