“Oggi è un giorno storico”. Ha celebrato così Ana Redondo, ministra dell’Uguaglianza in Spagna, l’approvazione del progetto di legge – chiamata Ley de paridad – sulla rappresentanza paritaria e la presenza equilibrata di donne e uomini negli organi di direzione delle grandi imprese e nelle istituzioni pubbliche. Parte così dal Congresso dei deputati l’iter amministrativo della norma, che ora passerà all’esame in Senato, dopo il quale potrà tornare alla Camera bassa il 23 luglio per l’approvazione definitiva.
Il provvedimento è stato oggetto di un serrato testa a testa fra il sì e il no. Infatti, è stato approvato con 177 voti a favore e 171 contrari in uno schema che vedeva il Psoe e i suoi partner governativi a sostegno e il Partito Popolare, Vox e il piccolo partito della Navarra Upn all’opposizione. Come già accennato il disegno di legge mira a garantire l’effettiva rappresentanza delle donne in vari ambiti, a partire dalle liste elettorali dove si dovrà avere una quota minima del 40% per ogni sesso. Dunque, dall’altra parte significa che l’altro sesso non potrà superare il 60% del totale. Quest’ultimo dato però potrà essere oltrepassato purché la decisione abbia alle spalle una giustificazione valida. “Si tratta di un giorno storico. Si rettifica un’ingiustizia, dal momento che non c’è merito, né capacità senza uguaglianza”, ha dichiarato Redondo.
Questo principio si applica anche alle cariche di governo, alla Corte costituzionale, al Consiglio di Stato, al Consiglio Fiscale, alla Corte dei Conti, alla magistratura e anche alle grandi compagnie quotate nell’indice della Borsa di Madrid Ibex-35. In particolare, come riportato dalla rete radiofonica Onda Cero, le aziende più importanti saranno obbligate a rispettare il vincolo del 60-40% a partire dal 30 giugno del prossimo anno, così come quelle quotate per oltre 50 milioni di euro, mentre quelle al di sotto di tale valore dal 30 giugno 2026. Sarà la National Securities Market Commission (CNMV) a garantire il rispetto di questo principio e “le mancanze comporteranno sanzioni significative che possono portare alla sospensione del prezzo della società”, ha spiegato ancora Redondo. Questa nuova norma segue quella del 22 marzo 2007, sempre per l’effettiva parità tra donne e uomini.
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