Avrebbe approfittato dell’assenza dei genitori per fare apprezzamenti continui e per allungare le mani su una bambina di 8 anni alla quale stava dando delle ripetizioni scolastiche.
In seguito alle indagini svolte dai carabinieri su indicazione della Procura di Venezia, nel suo computer erano state trovate centinaia di video e immagini pedopornografiche, alcune delle quali raffiguranti proprio la bambina, figlia di amici di famiglia.
È con la pesante accusa di atti sessuali con minori, aggravata dalla continuazione del reato, che ieri il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Venezia ha rinviato a giudizio un 32enne residente nel Miranese.
La difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Aliai Bassetti, ha chiesto e ottenuto di dichiarare il non luogo a procedere per il reato di pedopornografia, dal momento che è stata accolta l’eccezione della difesa sulla nullità del decreto di sequestro probatorio del materiale, quindi inutilizzabile.
La vicenda risale al 2023 quando la mamma della piccola presenta una denuncia ai carabinieri relativa a fatti risalenti tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, quando già la bambina diceva di non voler andare alle ripetizioni di matematica ma senza fornire ulteriori spiegazioni.
A muovere la mamma, le confidenze della bambina che, nel frattempo cresciuta di qualche anno, aveva raccontato di aver ricevuto delle strane attenzioni da parte dell’uomo, studente universitario all’epoca dei fatti.
Dopo la segnalazione, era partita l’indagine.
La ragazza era stata più volte ascoltata in sede protetta e con il supporto psicologico che viene fornito in casi delicati come questo nei quali all’affiorare dei ricordi corrisponde una grande sofferenza psichica, sfociata anche in atti di autolesionismo.
Nel capo d’accusa del pubblico ministero Giorgio Gava si legge che lo studente universitario, affetto da una disabilità di natura fisica, avrebbe approfittato dell’opportunità di restare da solo durante le ripetizioni per compiere quelli che la Procura definisce veri e propri atti sessuali consistiti in molestie.
La famiglia, nel frattempo, si è costituita parte civile con l’avvocato Cinzia Paoletti. Il processo si aprirà il 10 ottobre davanti al tribunale di Venezia, incaricato di decidere il caso in composizione collegiale.
