Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, eletto alle Europee con il Partito democratico, ha annunciato all’Assemblea legislativa regionale che tra due settimane rassegnerà le dimissioni dalla carica che ricopre dal 2014. “Sono stati dieci anni complicati”, ha detto ricordando la ricostruzione dal terremoto, la pandemia e l’alluvione. “Eppure sono stati dieci anni che vedono questa Regione più forte di prima“.
“Mi dimetterò un minuto dopo” lo svolgimento del G7 per la scienza e tecnologia a Bologna “per rispetto verso questo appuntamento internazionale che onora Bologna e l’Emilia-Romagna“, ha detto parlando davanti all’Assemblea legislativa. “E in queste due settimane, come annunciato, chiuderemo tutti gli atti che assicureranno per i prossimi mesi di affievolimento dei poteri tutte le misure, i finanziamenti e le regole perché non ci siano vuoti e rallentamenti”.
E mentre si avvicinano le dimissioni del governatore, il centrodestra accelera sulla campagna elettorale in Emilia-Romagna. La prossima settimana si terrà un incontro tra i leader regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, poi toccherà anche al livello nazionale.
Per ora, a quanto filtra dai consiglieri dell’Assemblea legislativa, l’orientamento sembra essere quello di puntare su una figura civica. Se ne parlava già prima delle Europee e il voto dell’8 e 9 giugno sembra avere rafforzato la convinzione di buona parte dell’opposizione regionale.
Un civico, è l’opinione che si fa largo tra le file del centrodestra, potrebbe provare a ricucire almeno in parte uno svantaggio che oggi sembra netto: tra le file di Forza Italia per esempio non è sfuggito che il campo largo del centrosinistra, due settimane fa, ha raccolto circa 15 punti percentuali in più del centrodestra, oltre ad aver aumentato i voti assoluti nonostante il calo dell’affluenza. Inoltre, un’eventuale sconfitta sarebbe più ‘digeribile’ per un civico che per un politico.
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