Si è chiusa questa notte la Commissioner’s Cup in WNBA, vale a dire il torneo interno alla stagione che, per certi versi, è stato anche d’ispirazione nella creazione dell’omologo in NBA. Chiaramente qui le cose sono più facili: le franchigie sono 12, due gruppi da sei e le prime giocano la finale. Quest’anno, alla quarta edizione, il trionfo è delle Minnesota Lynx, per 94-89 nei confronti delle New York Liberty.
La notizia che più fa piacere dalle nostre parti è il ruolo avuto da Cecilia Zandalasini. Un ruolo di primissimo piano, visti i 15 punti realizzati con 5/6 dal campo di cui 2/3 da tre, nonché 3/3 in lunetta. Il tutto in soli 11’41” in campo, sfruttati in maniera piena dalla giocatrice ormai ex Virtus Bologna e che da moltissime parti è data ormai in direzione Galatasaray per la prossima annata.
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A fare la voce grossa Bridget Carleton con 23 punti e Napheesa Collier con 21, mentre dall’altra parte il duo delle meraviglie Breanna Stewart-Sabrina Ionescu non basta, pur se realizzano 47 punti in 2 (24 e 23 rispettivamente). Un match, questo, tenuto a lungo in mano dalle Lynx e poi sostanzialmente chiuso dalla coppia Carleton-Collier nonostante i tentativi di rientro delle Liberty.
Le Lynx, nell’albo d’oro, succedono proprio alle Liberty, impostesi nel 2023 contro le Las Vegas Aces. Nel 2021 erano state le Seattle Storm ad aggiudicarsi l’edizione di debutto, nel 2022 proprio le Aces. Per quanto riguarda Zandalasini, questa è la sua miglior partita stagionale in un’annata che la sta vedendo dare un valido contributo al roster nella forma di 4.1 punti di media. Sono peraltro due le italiane attualmente in WNBA, con Lorela Cubaj che sta viaggiando a 0.6 di media alle Atlanta Dream (dove però ha molto meno spazio, avendo davanti figure di spicco tra le quali Tina Charles).