foto da Quotidiani locali
Ha colpito i genitori con calci e pugni, li ha offesi a ripetizione con parole impronunciabili e attacchi personali.
Ed era solo l’ultimo di una serie, lunghissima, di episodi. Per queste sue ultime gesta, però, era finito a processo con l’accusa di lesioni personali.
Il 24 giugno, il tribunale di Venezia ha condannato un 22enne alla pena di tre anni, con una provvisionale di tremila euro a ciascuno dei due genitori, entrambi residenti nel centro di Mestre.
Non solo. Gli atti del processo sono anche stati inviati in Procura per procedere, ulteriormente, per il reato di calunnia: il ragazzo infatti aveva accusato il padre di abusi da piccolo, fatti poi smentiti dai terapeuti ascoltati in udienza.
Una vicenda di vessazioni e violenza domestica, quella che si è conclusa con il primo grado il 24 giugno in tribunale dopo l’ultima aggressione in ordine cronologico dello scorso settembre.
Vittime sono due anziani genitori, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Francesca Armano e da Matteo Giacomazzi.
L’imputato, invece, è loro figlio (rappresentato dall’avvocato Pietro Speranzoni).
Come detto, gli episodi di violenza si protraggono almeno da dieci anni.
Da quando cioè il ragazzo era minorenne. Al punto che già nel 2020 aveva ricevuto una sentenza di condanna a 2 anni e 4 mesi.
Nel 2023 invece il ragazzo aveva patteggiato una pena di un anno e mezzo.
In entrambi i casi, il ragazzo si era reso responsabile di comportamenti violenti contro i genitori, a partire da pentole d’acqua calda gettate addosso e sigarette spente sulla pelle degli anziani.
Inserito all’interno di un percorso riabilitativo, il ragazzo ne era evaso tornando a casa e ricominciando a maltrattare i genitori.
Un’altra evasione era invece avvenuta dalla comunità di recupero per la tossicodipendenza.
La difesa aveva provato a dimostrarne l’incapacità di intendere e di volere.
Ma la perizia aveva invece, al contrario, dimostrato che era ben consapevole delle sue azioni.
