Come accaduto per lo sci alpino, in questa fase dell’anno è doveroso effettuare un riepilogo degli atleti ritirati anche in un’altra disciplina invernale estremamente popolare alle nostre latitudini. Si parla di biathlon, la cui presa sul pubblico generalista diventa sempre più forte. Non ha ancora raggiunto i livelli dello sci e probabilmente non li raggiungerà mai. Però, se parliamo di sport della neve, ormai siamo al cospetto del secondo più seguito in Italia. Con buona pace dello sci di fondo.
Dunque, quali sono i biathleti che non vedremo più nel 2024-25? In campo maschile la notizia principale è rappresentata dall’addio di Benedikt Doll. Il trentaquattrenne nativo del Baden-Württenberg ha scelto di dire “basta” a metà del ciclo olimpico, salutando la compagnia con una medaglia di bronzo ai Mondiali di Nove Mesto. Proprio in ambito iridato, il tedesco si è fregiato del successo più prestigioso della carriera (l’oro nella sprint 2017).
Con il suo “no mas”, sparisce definitivamente la golden generation teutonica, quella di Simon Schempp e di Erik Lesser – a loro volta laureatisi campioni del mondo – quella del mai sbocciato Florian Graf, il cui ruolo è però stato egregiamente recitato dal meno atteso e quotato Arnd Peiffer.
Per il resto, hanno chiuso baracca e burattini un paio di navigati russi, già messi ai margini dalle decisioni politiche del Cio e dell’Ibu (Evgeniy Garanichev e Matveey Eliseev), nonché personaggi francamente marginali. Con tutto il rispetto per il canadese Christian Gow e lo svedese Peppe Femling, sia chiaro. Si sono tolti le loro soddisfazioni nelle prove a squadre, ma i loro addii non spostano gli equilibri.