La lente d’ingrandimento degli uffici Ater di Treviso su 3.500 affittuari. L’agenzia ha avviato un controllo delle credenziali dei vari intestatari in vista del rinnovo del contratto quinquennale. Sotto osservazione in primo luogo l’Isee, ma anche il casellario giudiziale.
Individuare chi non ha più le carte per mantenere il posto nella casa popolare. Questo l’obiettivo. L’occasione viene data dalla scadenza, quest’anno o a stretto giro, del contratto quinquennale per 3. 500 nuclei. A mettere nero su bianco il progetto è il bilancio preventivo 2024 dell’agenzia per l’edilizia residenziale di Treviso sottolineando come la procedura impegnerà parecchio l’ufficio gestionale.
Si dovranno valutare, per ciascun inquilino in scadenza, diversi elementi.
C’è «la permanenza dei requisiti di cui all’art. 25 della L. R. 39/2017» ovvero Isee in primis, ma anche «non essere stati condannati per il reato di occupazione; non essere titolari di diritti di proprietà, di usufrutto, di uso e di abitazione «su immobili adeguati alle esigenze del nucleo familiare ubicati nel territorio nazionale o all’estero»; «non aver ceduto o subaffittato». Requisiti questi che valgono sia per l’assegnatario, sia «per gli altri componenti il nucleo familiare».
E ci sono poi gli elementi strettamente legati alla condotta dell’inquilino. Non verranno rinnovati i contratti a chi avrà fatta «cessione o sublocazione, in tutto o in parte, dell’alloggio»; «chi lo abbia usato per attività illecite»; i morosi; chi abbia causato gravi danni all’alloggio o alle parti comuni, o sia protagonista di una «grave e reiterata inosservanza alle norme del regolamento condominiale»; infine abbia rifiutato la mobilità.
Saranno utilizzate le banche dati accessibili all’Ufficio, sottolineano da Ater: ovvero la banca dati Isee e quella dell’Agenzia delle Entrate per la verifica sulle proprietà.
Sono i due elementi che più di tutti potrebbero pesare in questa verifica.
Il primo perché – come evidenziato anche dal bilancio Ater – ad oggi l’agenzia ha un credito da 2, 6 milioni verso oltre 2000 inquilini o ex inquilini che non hanno saldato affitti o spese condominiali nell’arco degli ultimi dieci anni. Il secondo perché – come testimoniato anche nel caso di alcuni Rom – sono già emerse situazioni in cui residenti in case popolari avevano ottenuto l’alloggio dichiarandosi di fatto nullatenenti e riuscendo alle volte a incassare anche i contributi del reddito di cittadinanza, quando invece avevano capitali per comprare auto e altri beni.
Nel corso del 2023, evidenziano i dati dell’Ater di Treviso, sono stati stipulati 216 contratti, suddivisi in 167 contratti di edilizia popolare, 64 contratti a canone agevolato, 5 contratti commerciali e inoltre 3 accordi stipulati con i Comuni. «La situazione dovrebbe essere incrementata nel corso del 2024 per quanto riguarda l’Erp, grazie all’approvazione della graduatoria definitiva del Comune di Treviso» sottolineano gli uffici; una graduatoria che sta lentamente prendendo piede da febbraio.
«Invariata dovrebbe restare l’attività amministrativa ordinaria, su alloggi Ater o di proprietà dei Comuni convenzionati, relativa a subentri, assegnazioni, ampliamenti, ospitalità, emergenze abitative.