L’intervento tempestivo di due insegnanti contribuì a salvare la vita al collaboratore scolastico in arresto cardiaco. È successo un anno fa nell’atrio della scuola media “Tommaseo”, quando Massimo Rossi, collaboratore scolastico, mentre stava accogliendo i docenti prima del suono della campanella, perse conoscenza e svenne.
Due docenti, dopo aver chiamato i soccorsi, non esitarono a mettere in pratica quanto avevano imparato al corso di primo soccorso. Iniziarono infatti ad eseguire il massaggio cardiaco, sotto la guida dell’operatore del 118 dall’altro capo del telefono, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Questo ha permesso al personale del Suem di intervenire con il defibrillatore e stabilizzare il paziente, che poi si è ripreso ed è tornato alla sua vita normale.
La storia a lieto fine è ricordata dagli stessi protagonisti ad un oltre anno di distanza, in occasione dei corsi di primo soccorso tenuti dal dottor Aristide Bergamasco, medico del Pronto soccorso di Schiavonia.
«I due insegnanti non hanno avuto paura di intervenire né di sbagliare», sottolinea il dottor Bergamasco, «e sono stati il primo anello della catena della sopravvivenza. Da poco avevano terminato il corso che avevo tenuto a scuola e hanno messo in pratica senza indugio quanto avevano appreso. Al corso successivo ha partecipato anche il collaboratore scolastico che è venuto a raccontarmi cosa era successo e mi ha ringraziato».
Massimo Rossi racconta che quel giorno di fine marzo 2023 non erano ancora le 8 quando ha avuto un potente capogiro ed è svenuto. «Quello che è successo dopo», continua, «mi è stato raccontato. Gli insegnanti Susanna Lazzarin e Francesco Bottaro sono scesi dalle scale e mi hanno praticato il massaggio cardiaco.
Poi è arrivata l’infermiera del Suem, la signora Noemi, che oltretutto conosco, che mi ha rianimato con il defibrillatore mentre arrivava il medico. È grazie a tutti loro se oggi sono qui a ricordarlo, ma anche grazie alla preparazione fornita dai corsi di primo soccorso».
Il dottor Bergamasco sottolinea «la lungimiranza del dirigente dell’istituto che da anni si impegna per formare al pronto soccorso il maggior numero possibile dei suoi dipendenti, per passare poi all’infermiera del Suem che ha gestito il defibrillatore e le fasi iniziali della rianimazione avanzata prima dell’arrivo del medico a stabilizzare le condizioni del paziente.
Sono i risultati del grande impegno formativo promosso dal direttore del Pronto soccorso di Schiavonia, la dottoressa Roberta Volpin, con l’elevata specializzazione del personale dell’unità operativa di Cardiologia, allora diretta dal dottor Giampaolo Pasquetto.
Ma non c’è dubbio che l’anello più luminoso di questa catena, i veri eroi, siano stati i due insegnanti che con le loro sole mani hanno iniziato la rianimazione e mantenuto il cuore vivo fino all’arrivo dei soccorsi avanzati.
Se ho un piccolo merito in tutto questo, oltre ad aver preparato i due docenti, è quello di aver fatto loro capire l’importanza di intervenire immediatamente, superando la naturale paura di sbagliare. Come dico sempre in questi corsi», conclude il medico, «non si sbaglia mai a fare una rianimazione: l’unica cosa sbagliata è non farla».
