foto da Quotidiani locali
MEDUNO. Un branco di lupi è stato avvistato nell’area di malga Valinis, a Meduno: una mucca al pascolo è stata azzannata. A raccontare l’accaduto è il proprietario del bestiame, Sergio Melocco, di Toppo di Travesio. «Ho 54 mucche in malga Valinis e in tanti anni non mi è mai successo quanto si è verificato nei giorni scorsi – ha riferito –. Un bovino è rimasto vittima dei lupi, altri due sono dispersi».
In base al ritrovamento, è stata ricostruita la possibile dinamica: gli animali al pascolo sarebbero stati spinti fuori dal recinto dai lupi, che li hanno rincorsi. «Una mucca è stata quindi azzannata alla coscia: l’abbiamo ritrovata sulla strada – ha aggiunto Melocco –. Era un esemplare giovane, di diciotto mesi. Secondo quanto mi è stato riferito, nei giorni scorsi sono stati avvistati sei lupi nella zona della malga Valinis».
È stato chiesto l’intervento di 118 e veterinario ed è stata effettuata una segnalazione alla guardia forestale. Melocco ha riferito di aver subito pure in passato attacchi di lupi ai danni del suo bestiame, nello specifico pecore e un piccolo di asino, al pascolo in altre zone, ma tra i bersagli non c’erano mai stati bovini. Una presenza che inizia a essere consistente, se non preoccupante, quella dei lupi, tra l’altro in un’area molto frequentata anche a livello sportivo e turistico: il monte Valinis è meta di appassionati di volo libero da tutto il mondo. La presenza del lupo non è stata segnalata solamente a Meduno, con tanto di prove raccolte dalle fototrappole: nel Maniaghese, esemplari si sono avvicinati anche alle abitazioni. Un branco aveva attaccato un gregge di pecore curate da un pastore di Vivaro, sul greto del Meduna: le vittime ammontavano a una quindicina. Incursioni erano state segnalate pure in un allevamento, che conta 300 capi tra mucche e vitelli, ubicato al Dandolo di Maniago.
Quanto allo Spilimberghese, lupi erano entrati in un allevamento di pecore a Toppo di Travesio, che sorge a pochi passi dal centro abitato, e avevano ucciso un capo. Questi esemplari, come hanno spiegato a più riprese i forestali, comprendendo anche i timori delle persone, hanno da tempo ricominciato a popolare le montagne e le colline pordenonesi.