E’ stata una lezione di calcio. Durissima da accettare, anche se netta ben oltre il risultato che spedisce la Spagna agli ottavi di finale da dominatrice del girone e condanna gli azzurri un week end di cattivi pensieri. Lunedì contro la Croazia sarà un dentro o fuori e guai a sottovalutare Modric e compagni che contro le Furie Rosse, parse irresistibili con noi, hanno costruito enormemente di più pur avendo perso in maniera più netta nel tabellino.
Inutile girarci intorno. L’Italia esce ridimensionata dal confronto con la Spagna. Non siamo grandi e, forse, non c’è materiale e tempo per esserlo in questo mese dell’Europeo. Nico Williams e Yamin Lamal, rispettivamente classe 2002 e 2007, hanno saccheggiato le fasce. Rodri, Fabian Ruiz e Pedri dominato il centrocampo togliendo il respiro a Jorginho e compagni. Cucurella per un’ora ha cancellato Chiesa. Non c’è stato un singolo duello in campo se non vinto, almeno pareggiato dagli azzurri. Solo un mostruoso Donnarumma ha tenuto in piedi la baracca prima di capitolare per l’autogol di Calafiori quasi obbligato all’harakiri dall’ennesima volata di Williams a seminare Di Lorenzo.
Una resa totale, dignitosa nel punteggio e stop. Se ci eravamo illusi di poter recitare da grande di questo Europeo, meglio togliersi dalla testa qualsiasi sogno. La distanza con le big è enorme e nemmeno un artigiano del gioco come Spalletti può colmarla strada facendo.
Non possiamo essere sorpresi perché il campo raramente mente. Dopo la notte ubriacante di Wembley abbiamo giocato 11 partite contro nazionali di alto livello, vincendo solo con Belgio, Inghilterra e Olanda (sempre in Nations League), pareggiando ancora con gli inglesi e con la Germania e venendo spesso travolti da Argentina, Germania, Inghilterra e Spagna. Con la quale siamo a 0-3 nei confronti post semifinale dell’Europeo delle meraviglie. La notte è ancora lunga, contro la Croazia possiamo e dobbiamo fare il passettino che serve per sbarcare negli ottavi di finale almeno da seconda classificata ma quello che arriverà dopo sarà tutto conquistato.
A proposito della Croazia. Criticata per il suo centrocampo vecchio e lento, la nazionale croata si è salvata per il rotto della cuffia con l’Albania ma il modo con cui la Spagna ha portato a spasso l’Italia costringe a rivedere alcuni giudizi sul match d’apertura tra spagnoli e croati. Due numeri: 16 tiri (5 in porta) e 2,27 xG (expected goals) sono stati la produzione dei nostri prossimi avversari laddove noi siamo rimasti a lungo ancorati a zero. Guai, insomma, a pensare di essere qualificati per diritto divino e guai a pensare che l’Albania non possa battere una Spagna già certa del primo posto e che legittimamente tirerà il fiato avendo le potenzialità di puntare a Berlino.
Nella condizione di essere non del tutto padroni del nostro destino ci siamo messi noi e a noi toccherà uscirne. La nazionale di Spalletti è attesa da un week end di critiche feroci, depressione e fantasmi che affiorano dal passato. Questo siamo oggi, con grande umiltà e consapevolezza. Un tunnel da percorrere tutto per rivedere la luce e che il dio del pallone ce la mandi buona.