foto da Quotidiani locali
TRIESTE «Il potenziale di trasporto su rotaia della nostra regione rende di fatto già inutili il volo Trieste-Milano e il progetto dell’ovovia nel capoluogo». Il Patto per l’autonomia va all’attacco delle politiche di mobilità della giunta Fedriga: in una conferenza stampa tenuta ieri mattina in piazza Libertà a Trieste, proprio davanti alla stazione ferroviaria, la consigliera Giulia Massolino ha presentato gli esiti di due interrogazioni portate nell’aula di piazza Oberdan.
La prima, ha spiegato la esponente del Patto, riguardava la notizia – data in Consiglio dalla stessa giunta – di collegamenti aggiuntivi destinati a turisti e crocieristi. Questo dato, osserva Massolino, contrasta con quanto detto finora nel dibattito sulla cabinovia: «Ci hanno sempre detto che l’ovovia era necessaria all’accesso Nord della città perché la linea ferroviaria è satura. Ora invece si trovano gli spazi per i treni dedicati ai turisti». A questo si aggiunge, ha proseguito Massolino, il successo delle politiche di incentivazione del parcheggio del Trieste Airport a Ronchi dei Legionari: «È un tema che avevamo trattato anche in Comune come Adesso Trieste – ha affermato -, proponendo che il parcheggio venisse usato come polo scambiatore. Ora sta funzionando. L’unione di queste due cose di prova che l’alternativa all’ovovia esiste già e funziona. Un motivo in più per cui la Regione non avrebbe mai dovuto approvare la Vinca».
Il Patto critica poi la scelta della Regione di attivare il volo Trieste-Milano «per ragioni di continuità territoriale»: «Informiamo l’assessore Cristina Amirante del fatto che Trieste non è un’isola – ha dichiarato Massolino – e la continuità territoriale è già garantita dal treno, che anche così è competitivo nelle tempistiche con l’aereo». La scelta di puntare sul trasporto aereo su una tratta così breve è «anacronistica in un momento di cambiamenti climatici che dovrebbero incentivare la rotaia e non l’aereo, molto più impattante». Tanto più che i numeri sembrano attestare che anche questo servizio torni utile soltanto in minima parte ai residenti: «I dati dei primi sei mesi parlano di 15 utilizzatori, una media di 50 a volo. Eppure solo 1600 hanno usufruito dello sconto per residenti. Questo può significare due cose: che la tariffa agevolata non era competitiva, oppure che il volo è stato usato perlopiù da turisti». Conclude quindi Massolino: «Questo pone una questione importante: a chi pensiamo quando facciamo politiche di mobilità, ai cittadini o ai turisti? Noi vorremmo un trasporto pensato innanzi tutto per chi i territori li vive e li attraversa quotidianamente».