Un ex aiuto cuoco è finito a processo per stalking, violazione di domicilio e minaccia nei confronti della figlia del suo titolare e della coppia di ristoratori.
Il 38enne pakistano, attualmente in custodia cautelare in carcere per una rapina commessa a Genova, di cui omettiamo le generalità per non rendere riconoscibili le vittime, si era invaghito della ragazza, che aiutava i genitori nella gestione del locale durante i weekend.
Ha cominciato a scriverle su Facebook, dichiarandole il suo amore e chiedendole se lo corrispondeva il 17 maggio 2023. Lei non gli ha risposto. Di messaggi ne ha scritti 30, uno dopo l’altro, pretendendo che lei lo assecondasse.
Cinque giorni dopo il soliloquio telematico, si è presentato in stato di alterazione, alle 5 del mattino, sotto casa del datore di lavoro (che vive vicino al ristorante), battendo contro la porta per entrare e chiedendo di parlare con la figlia. La madre gli ha detto di andarsene.
Tre ore dopo lo ha trovato dentro al ristorante e gli ha rinnovato l’invito. L’uomo, però, ha continuato a ripetere di voler parlare con il titolare e sua figlia.
Poi l’ha insultata e ha mimato il gesto del taglio alla gola. Quindi è uscito dal ristorante e ha scagliato una sedia di ferro contro la finestra e la porta della casa, tentando di fare irruzione.
A quel punto la ristoratrice ha chiamato i carabinieri, che hanno portato via l’imputato. L’uomo, però, si è ripresentato nel locale alle 12.30.
Si è allontanato solo dopo che la ragazza gli ha ribadito per l’ennesima volta di non provare alcun interesse per lui.
Il pm Maria Grazia Zaina ha contestato all’imputato anche la violazione di domicilio aggravata, visto il tentativo di introdursi a casa dei ristoratori e la minaccia.
Al padre della ragazza ha detto: «Ti sparo, ti ammazzo», alla madre ha fatto il segno del taglio alla gola. Uscendo, poi, ha scagliato un grosso posacenere di metallo contro la facciata del ristorante, danneggiando l’intonaco.
L’imputato, assistito dall’avvocato Laura Ferretti, è stato ammesso al rito abbreviato, che consente in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena. Il caso sarà discusso a novembre dinanzi al gup Milena Granata.
