TRIESTE All’interno di una casa di riposo domina spesso il silenzio, interrotto soltanto da brusii o sporadici contatti fra chi vi dimora. Per questo motivo, la possibilità di coinvolgere gli ospiti delle strutture in attività pensate apposta per loro rappresenta – a detta degli esperti e non solo – un’esigenza oggi imprescindibile. Che può diventare, per chi sceglie di impegnare il proprio tempo nel supporto alle fasce di popolazione più anziane, un’occasione di arricchimento personale.
Forte di queste convinzioni, la Fondazione CRTrieste ha rinnovato per la sedicesima volta il suo Progetto Socializzazione Anziani, ideato nel 2008 e interrotto solamente durante il periodo pandemico, del quale le case di riposo sono state drammatiche protagoniste. Il nome dell’iniziativa rivela già il suo ubi consistam, ma guardando ai dettagli ci si accorge che le proposte messe in campo sono molto diverse fra loro, improvvisando le strutture che ospitano gli anziani ora in un piccolo teatro, ora in una sala concerti o in una emeroteca.
Ad accomunare il tutto è l’obiettivo di costruire un «ponte intergenerazionale», come spiega il vicepresidente del cda di CRTrieste Francesco Prioglio. «Oltre duecento persone – continua Prioglio – portano la loro arte nelle case di riposo ma portano anche se stessi, la loro gioventù». Creando così una rete di «reciprocità», nella quale «gli anziani ricevono, ma regalano a loro volta se stessi, la loro esperienza di vita».
Veniamo allora ai dettagli del progetto. Anche perché quest’anno il programma – che ha già preso l’avvio lo scorso aprile e si estenderà fino al prossimo febbraio – risulta particolarmente carico di attività, come d’altronde testimoniano i numeri. In dieci mesi verranno inscenati cento spettacoli teatrali e trenta appuntamenti di musica, organizzati rispettivamente dalle compagnie dell’associazione “L’armonia” e dagli istituti Tartini e Glasbena matica di Trieste. Le case di riposo interessate dagli spettacoli saranno in tutto una ventina.
Al teatro e alla musica si aggiungono l’informazione su carta stampata e in tv. La Fondazione CRTrieste ha acquistato quattrocento abbonamenti de Il Piccolo, le cui copie verranno distribuite agli ospiti di sessantotto strutture, venendo lette in autonomia o in gruppo grazie al supporto degli operatori. Negli ultimi anni, poi, l’emittente Telequattro ha realizzato alcuni cicli di trasmissioni pensate apposta per questo tipo di pubblico.
Trovare le parole e gli approcci adeguati con i quali interfacciarsi – e riuscire a stimolare – gli ospiti delle case di riposo, non è un compito semplice. «All’inizio molti sono diffidenti», osserva Paolo Dalfovo, presidente de “L’armonia”. Quando, però, viene oltrepassato il muro dell’imbarazzo, la gratificazione è immensa. «Ci chiedono il “bis” proprio quelli che prima apparivano corrucciati», racconta Sabrina Censky, che ha recitato in alcuni spettacoli della compagnia nelle passate edizioni.
Ma per creare una dinamica del genere, è necessario muoversi con cautela e sensibilità. Gli spettacoli teatrali sono allora interamente in dialetto triestino, così da agevolare il coinvolgimento degli anziani. E basta gettare un’occhiata ai contenuti delle messinscena per intuirne la forza evocativa: dalle “Storie di una panchina” ai “Giri turistici” attraverso i luoghi simbolo di Trieste, i ricordi di chi assiste alle rappresentazioni tendono ad affiorare quasi spontaneamente.
Analogo il discorso per la musica, affrontato dal direttore del conservatorio Tartini Sandro Torlontano e dal suo omologo al Glasbena matica Manuel Figheli. I generi scelti in questo caso per le esibizioni sono il jazz e la musica classica, oltre a quella popolare. Anche qui, tuttavia, a emergere è il lato umano, in tutte le sue sfumature. «I nostri studenti sono ancora giovani», ricorda il direttore Figheli. «Grazie al progetto, imparano a vedere il mondo nella sua verità. Imparano a crescere e a diventare adulti».
