Una cabina per parlare con l’aldilà. Ma attenzione non vi è nulla di misterioso o esoterico in questo sentirsi nel vento.
Sopra Alpette, nella magica cornice dei monti dell’alto canavese il sentiero alpeggio Musrai, che già ospita targhe di legno con messaggi di buon senso e armonia e dove ha luogo una storica candelata, ha inaugurato con successo il telefono del vento. Una cabina con un vecchio telefono “per parlare con chi non c’è più ma anche per ascoltare se stessi, per dire le cose che non abbiamo il coraggio di dire direttamente a qualcuno, sperando che questo contribuisca ad alleggerirci” ci dice Popi (Paola Perego di Ivrea), impiegata di una cooperativa agricola a Castellamonte, che ha avuto questa idea con l’associazione “la neve dell’ammiraglio”.
Una storia che parte dal Giappone. Nel 2010 il signor Otsuchi perse un cugino cui era molto legato e per questo costruì nel suo giardino il telefono del vento per potergli parlare. Inizialmente una sorta di cubo con un lungo filo verso il cielo. A seguito dello Tsunami del 2011 ha aperto il suo telefono a tutti coloro che ne avessero sentito il bisogno.
“Un amico – ci racconta Popi – mi aveva parlato e incuriosito su questo telefono. Poi la perdita di un giovane nipote mi ha spinto a realizzare questa iniziativa. Il sogno si è avverato grazie alla collaborazione di alcuni amici del Musrai, tra i quali ringrazio Dario Goglio , gestore dell’alpeggio che ha subito sposato con entusiasmo questa idea”. Ora la cabina del telefono del vento è aperta per tutti. Si comunica e ci si libera senza bollette. L’inaugurazione ha avuto successo ma nella filosofia dei promotori non conta tanto il numero di persone ma il ritrovarsi nel silenzio e nel verde lasciando le auto a debita distanza.
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