Salgono dal 1° luglio le tariffe del teleriscaldamento (annualità 2024-2025) per gli utenti dei sette impianti della Comunità di montagna della Carnia: crescono del 12% per i clienti privati, del 15% per le imprese e per i clienti a consumo e del 20% per i Comuni.
Gli aumenti sono applicati sull’imponibile e riguardano oltre un centinaio di utenti, tra i quali vari alberghi e le Terme di Arta.
La Comunità di Montagna è proprietaria di sette impianti a biomasse legnose ad Arta Terme, Treppo Carnico, Verzegnis, Ampezzo, Prato Carnico, Forni Avoltri e Lauco.
L’ente comprensoriale ha affidato la gestione del servizio pubblico di teleriscaldamento alla società Esco Montagna Fvg.
Da ottobre 2023 sono terminati gli incentivi dei corrispettivi derivanti dalla cessione della corrente elettrica prodotta dall’impianto di Arta Terme. In più nel 2023 il fermo impianto ad Arta Terme per lavori, rodaggio e messa a punto, hanno comportato, specie a fine anno un ingente consumo di gas naturale, generando una perdita sul bilancio per Esco di 150 mila euro.
L’amministratore unico di Esco, Sergio Buzzi, ha indicato le bollette di gas della centrale di Arta di ottobre e novembre 2023 (81.000 euro e 112.000 euro). Con l’entrata in funzione delle due caldaie i consumi sono poi radicalmente scesi. Le revisioni delle tariffe derivano dalla perdita del ricavo da energia elettrica per la fine degli incentivi e dai notevoli aumenti dei costi delle materie prime nel settore energia negli ultimi anni.
Esco sconta pure da sempre un problema di ritardi nei pagamenti da parte degli utenti, specie alcuni molto rilevanti. Di questo passo il rischio è che la Comunità venga chiamata a decidere se liquidare Esco o ripianare il debito.
Le tariffe aumentate, è stato chiarito, sono comunque “calmierate”, cioè inferiori a quelle dei competitor sul mercato, e mira a salvaguardare la società e a ridurre il consumo di combustibile di origine fossile e ridurre le emissioni di Co2 mediante fonti di produzione sostenibili.
L’aumento delle tariffe proposto da Esco è stato oggetto di lungo confronto con i sindaci e alla fine è stato approvato dall’assemblea della Comunità di montagna. Critici i primi cittadini di Arta Terme, Andrea Faccin, e di Ampezzo, Michele Benedetti, secondo i quali gli aumenti sono più alti di quanto inizialmente prospettato e l’intervento sull’impianto di Arta e la fine degli incentivi erano noti.
Buzzi ha invitato la Comunità di montagna, come socio di maggioranza di Esco, a esprimersi sul futuro della società.
Per il presidente della Comunità di montagna, Ermes De Crignis, andava «deliberato l’aumento delle tariffe in grado di mettere in sicurezza la società» e inizialmente gli aumenti prospettati erano ben più alti. Ha ricordato che l’impianto di Arta era stato considerato come modello pilota e potrebbe essere riproposto anche nelle vallate.
«Se si decide di chiudere la società – ha avvertito – chi ci rimette sono i cittadini».
Benedetti ha ammonito a impegnarsi per affidare in futuro a Esco la gestione di altri impianti, come le centraline idroelettriche.
Tra i 18 sindaci presenti 16 hanno votato a favore (Prato Carnico astenuto e Arta Terme contrario) del rafforzamento nell’assetto organizzativo e del raggio di azione di Esco (affidandole anche altri impianti), degli aumenti delle tariffe, del mantenimento di un sistema “a fasce”, dell’istituzione di una fascia da 80.000 kWh per i clienti privati al fine di poter offrire una fascia contrattuale anche ai condomini, della gestione dei conguagli applicati ai clienti e relativi al consumo di gas metano e/o gasolio tramite apposita scontistica, in modo da non gravare sugli utenti finali. Esco rinuncia all’incremento del 4% annuo.
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