Questione d’importanza. Tre anni dopo, le strade di Francesco Fiabane e del Cavarzano si sono separate.
Si incroceranno di nuovo in coppa e in campionato, nei tre derby previsti in Eccellenza che nel massimo campionato regionale in provincia mancavano dai tempi di Feltrese e Union Ripa.
Sull’attaccante ha puntato con decisione il Borgo Valbelluna e lui ha detto sì, dopo aver chiacchierato con la Dolomiti Bellunesi e ascoltato diverse proposte da fuori provincia. Due più stuzzicanti di altre, ossia quelle pervenute dal Sandonà e dei friulani del Fontanafredda, neopromossi in Eccellenza.
Distanza invece con il club giallorosso, il quale stando al centravanti classe 2001, stavolta non ha dimostrato chissà quale intenzione di trattenerlo. Nessuna nota polemica comunque per chi lascia Camp de Nogher reduce da tre annate da capocannoniere della squadra e un palmares comprensivo della Promozione vinta nel 2022 e le due successive salvezze in Eccellenza. Adesso lo attende l’avventura a Mel, agli ordini del tecnico Alessandro De Battista il quale lo desiderava in rosa fin dai tempi del Fiori Barp.
Francesco, telefono rovente le scorse settimane?
«In effetti anche stavolta ha squillato parecchio e non può che fare piacere».
Partiamo dalla più suggestiva chiamata, ossia quella della Dolomiti Bellunesi.
«Ci siamo sentiti, vero. Ammetto inoltre di avere un po’ sperato nell’opportunità di ritornare a giocare la serie D. Era comunque una semplice chiacchierata informativa e conoscitiva, non entrata nel concreto. Presumo la conferma di De Paoli abbia chiuso in fretta tale possibilità».
Da fuori provincia, Fontanafredda e Sandonà insistevano.
«Sì, anche se l’ipotesi friulana l’ho scartata abbastanza presto. Sino a metà pomeriggio lavoro e avrei dovuto fare avanti e indietro: ritmi sicuramente poco sostenibili. Al contrario, la soluzione veneziana l’ho messa a lungo sul piatto della bilancia. Mi desideravano già nell’estate 2023, solo che allora non riuscivano a mettermi a disposizione un appartamento. A quel punto ho riflettuto e ascoltato consigli, evidenziando inoltre la soddisfazione di essere così desiderato da società con ambizioni di serie D. Tuttavia alla fine ho scelto il Borgo Valbelluna, a parità di categoria. Mi sembrava più gestibile con gli impegni lavorati e personali».
Forse a Cavarzano non l’hanno presa benissimo.
«Io il giallorosso lo avrò sempre nel cuore. Sino a 15 anni ho giocato a Camp de Nogher, prima di andare a Belluno dove mi è stata data l’occasione di debuttare in D. In seguito alla mancata conferma nell’estate della fusione, non ci ho pensato due secondi a scendere di due categorie, perché avvertivo un forte legame con il club e al tempo stesso la società desiderava fortemente avermi in rosa. Lo stesso è avvenuto le due estati successive, nonostante abbiamo vissuto campionato differenti tra loro in quanto a svolgimento. Stavolta, invece, ho colto di non essere così centrale nel progetto e per una volta ho scelto in modo diverso. Non credo ci sia nulla di male».
Quella del Borgo era la proposta più “facile” da accettare?
«Non so se era la più facile, ma so che una neopromossa in Eccellenza ha scelto di affidarsi a un ragazzo di 23 anni e non magari a qualche esperto della categoria con svariati campionati alle spalle. Peraltro ormai mister De Battista mi cercava da anni e non avevo più alcuna scusa stavolta (ride, ndr)… Ho solo il rammarico la notizia sia uscita prima sui media e ciò mi ha impedito di comunicare al Cavarzano l’accordo trovato con il Borgo Valbelluna. Detto ciò, sarò felice di ritrovare nei derby i miei ex compagni, così come non vedo l’ora di scendere in campo con una squadra che promette bene. C’è la volontà di disputare un campionato tranquillo e togliersi parecchie soddisfazioni».