L’Ater oggi possiede – in gestione o in proprietà – 5329 alloggi. Quasi un quinto è sfitto, e negli appartamenti oggi occupati un inquilino su dieci è moroso, non paga da poco o da anni.
Una piaga, quella dei mancati incassi, che pesa su Ater per la bellezza di 2.647.528 euro, che diventeranno quasi tre milioni alla fine del 2024.
I numeri sono contenuti nel bilancio di previsione 2024 da poco pubblicato.
Il quadro mette in evidenzia come il tema morosità sia una piaga pressante, diffusa, spesso causata più dalle spese condominiali che non dai canoni, bassissimi, applicati da Ater nella stragrande maggioranza dei casi.
Perché le spese condominiali gravano di più quanto più è vecchio o mal congegnato l’edificio. E nel caso di Ater, che ha un patrimonio che conta ancora moltissimi immobili datati, è facile immaginare la portata della spesa per molti inquilini.
Ristrutturare? Certo la soluzione, ma se gli incassi (e quindi le liquidità disponibili) derivano dagli affitti, e questi mancano, si vede bene come il cane si morda la coda.
Ad oggi l’Ater di Treviso amministra complessivamente 5329 alloggi, di cui n.956 in proprietà di terzi (Comuni, Demanio dello Stato, Regione) e 4.373 di proprietà aziendale suddivisi, in base alla natura dei finanziamenti: 3.972 alloggi di edilizia sovvenzionata; 366 in convenzionata.
Ma il patrimonio non è tutto abitato. Gli sfitti, come più volte segnalato, sono circa 850; sulle tremila posizioni attive «risultano morosi, secondo la definizione normativa, 298 posizioni, ovvero l’8%» sottolinea l’azienda.
Numeri a cui vanno aggiunti i morosi degli spazi non in proprietà, che portano la percentuale al 10% circa.
Ai mancati introiti annuali, vanno aggiunti i crediti storici, o cronici che dir si voglia. A fotografarli con chiarezza matematica è il prospetto allegato al bilancio che mette in evidenza come Ater stia facendo i conti 2.221 posizioni di morosità da saldare, relative agli ultimi 10 anni, per un totale di 2,6 milioni oggi, che si prevede diventeranno 2.942.543 euro a fine 2024.
Perché il conto continua a salire più passano i mesi, o gli anni. Alcune posizioni sono finite anche in tribunale (ben 457 le posizioni per cui è in corso un recupero giudiziale), e per altre si sta cercando una soluzione “stragiudiziale”.
Chi approfitta e non paga, “i furbetti”, sono una minima parte. Va detto. Un gran numero di morosi sono famiglie in difficoltà. E lo comprovano anche le 393 rateizzazioni concesse da Ater a inquilini vari per saldare i debiti.
Ci sono però due problemi di base: la normativa regionale che fa schizzare in alto l’affitto non appena scatta la procedura di morosità (4 mesi di mancati pagamenti), e il nodo “spese condominiali”.
Da Ater a tendere una mano è il presidente Mauro Dal Zilio: «Noi, compatibilmente con la normativa, veniamo incontro a tutti gli inquilini che sono in difficoltà e manifestano l’intenzione di rimettersi in regola. E grazie al lavoro degli uffici stiamo cercando anche di fare educazione» prosegue, «spiegando che pagare non solo è dovuto, ma serve. Viviamo di canoni, se mancano, non abbiamo i fondi che servono per fare nuove case o migliorare le vecchie dove le spese senza interventi di miglioria o risparmio energetico resteranno alte».
Nel corso del 2023 sono state avviate 17 decadenze e sono state dichiarate decadute 26 posizioni; 7 posizioni hanno sanato la morosità.
L’Ufficio condomini e morosità dell’agenzia per l’edilizia popolare di Treviso, stando ancora al rendiconto di bilancio e alle proiezioni del 2024, nel 2023 ha gestito 45 provvedimenti di sloggio o il recupero dell’alloggio.
Per il 2024, evidenzia Ater, si prevede che il numero delle procedure di sloggio possa anche essere inferiore.