Cresce in modo costante il numero dei pasti che l’Esu, l’ente regionale per il diritto allo studio, eroga alla comunità studentesca padovana. Nel 2023 si è assistito a un aumento pari al 22, 5% rispetto al 2022 e dell’11, 6% rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. E anche la tendenza di questi primi mesi del 2024 sembra essere positiva: sono circa 22 mila i pasti in più serviti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+ 6% circa).
Non tutta la comunità studentesca è però soddisfatta dell’offerta proposta. Le studentesse e gli studenti che seguono una dieta vegetariana e ancor di più quelli che ne seguono una vegana (che non include quindi derivati animali) sottolineano, infatti, che il menù non mette a disposizione alimenti che permettano loro di soddisfare il fabbisogno giornaliero. Gabriele Verza, direttore dell’Esu, annuncia però che dal prossimo anno accademico la situazione potrebbe migliorare: tutte le mense padovane offriranno almeno un pasto vegano (primo, secondo e contorno).
Sono oltre un milione i pasti che le mense dell’Esu – a gestione diretta e convenzionate – hanno servito agli studenti dell’Università nel 2023 (+ 22, 5% rispetto al 2022). Nel 2023 a scegliere di utilizzare le mense universitarie sono state quasi 35 mila persone, quasi il 13% in più rispetto al 2022, anno in cui sono passate per le strutture dell’Esu quasi 31 mila persone. Un incremento è possibile notarlo anche tra gli studenti che non hanno pagato il pasto grazie alla borsa di studio: nel 2023 sono stati 555. 156, con un incremento del 51, 43% rispetto al 2022.
Che le mense padovane non offrano menù particolarmente sostenibili e inclusivi sembra essere confermato anche dall’ultimo report di Essere Animali, l’organizzazione che conduce un lavoro di sensibilizzazione su tematiche di sostenibilità alimentare e benessere degli animali. Secondo il ranking Mense per il Clima 2023, infatti, delle 100 mense degli 88 istituti universitari presi in esame, la mensa Piovego si trova al ventunesimo posto, mentre l’Agripolis al cinquantesimo.
Si legge nel loro sito: «La campagna è nata per lanciare un appello agli atenei e agli enti per il diritto allo studio affinché adeguino i menù delle mense universitarie, per fronteggiare la crisi climatica nel campo della ristorazione, dal momento che il settore alimentare è responsabile di un terzo delle emissioni globali di gas serra».
Lo studio ha quindi analizzato i menù per quantificare la presenza di piatti vegetali. Degli 88 istituti universitari presi in esame sono stati analizzati 58 menù riferiti a 49 atenei, dal momento che 39 non hanno dato disponibilità per l’indagine o erano sprovviste di mensa. Nella fascia verde, ovvero tra le mense più virtuose, rientrano solo 12 mense.
«Per una persona che segue una dieta vegana non ci sono tante alternative: di base ci sono l’insalata e la pasta, all’olio o al sugo. Ma si capisce che per una persona vegana non è possibile mangiare tutti i giorni in mensa, dal momento che non potrebbe assumere una dieta equilibrata» osserva Francesca Pollero, rappresentante in Cda dell’Esu con Udu e studentessa di Agraria. «Per persone vegetariane c’è sicuramente più scelta, ma siamo ancora indietro rispetto a un menù realmente equilibrato e inclusivo».
Di passi in avanti sul tema l’Esu sembra che ne stia facendo. A febbraio, infatti, ha aderito alla Green Food Week, la settimana in cui i menù proposti dalle mense gestite direttamente dall’Esu hanno offerto un menù maggiormente sostenibile e in cui era prevista una giornata con piatti a base totalmente vegetale.
«Nella comunità studentesca sta crescendo sempre di più il numero di studenti che scelgono una dieta vegetale: molti di loro sono costretti a non frequentare la mensa quotidianamente, per via della scelta carente e poco equilibrata» prosegue Pollero. «Il grande problema, inoltre, è che c’è disinformazione sul tema dell’alimentazione sostenibile: per questo chiediamo non solo di aumentare l’offerta a base vegetale, ma anche un impegno in attività di sensibilizzazione».
Dall’anno prossimo l’offerta vegetariana non sarà proposta solo nelle mense a gestione diretta, ma anche in quelle convenzionate. «Nei prossimi bandi per le manifestazioni d’interesse per le mense convenzionate abbiamo già predisposto la clausola che prevede l’erogazione di un pasto completamente vegano» conferma Verza, «è un piccolo passo in avanti per rendere più inclusive le nostre mense».