Per completare le 35 tappe del Sentiero della Pace, in Trentino, ci vogliono più di 30 giorni di cammino e un solido allenamento. Sono necessari per affrontare i 495 chilometri di questo itinerario, che va dal Passo del Tonale alla Marmolada, attraversando la regione, passando da luoghi carichi di storia che furono scenario delle azioni della Grande guerra, tra mulattiere, piazzeforti, fortezze e gallerie. «È un sentiero molto forte, la cui bellezza è in contrasto con ciò che il luogo evoca» osserva Yuri Basilicò, fondatore del sito Va’ Sentiero, specializzato nel raccontare i cammini d’Italia. «Racconta la guerra bianca, la trasposizione della guerra di trincea in alta quota, sui ghiacciai e sulla cima dei monti, tra fortificazioni italiane e austriache, barriere di filo spinato, scavi delle trincee e dei tunnel».
Il Sentiero della Pace, uno degli itinerari più suggestivi dell’Italia dello slow tourism, è un esempio del desiderio di far apprezzare anche alle nuove generazioni un modo di viaggiare sostenibile collaudato da tempo, aggiornando un format che unisce natura e cultura. In questo caso, gli esperti di Va’ Sentiero sono stati incaricati di fare una totale ricognizione del tracciato, un lavoro confluito nella realizzazione di una guida pubblicata sul sito Visit Trentino, ma anche di ideare una serie di eventi che si terranno a fine estate. Si lavora quindi su due obiettivi, quella classica del perfezionamento dei tragitti, e quella più attuale che in un certo senso punta su un’idea di «sentieri aumentati», che oltre al cammino comprendono altre occasioni di divertimento.
Al passo con l’innovazione. In questa fase di rinnovamento del concetto di sentiero, la tecnologia ha un ruolo dominante. Le nuove risorse digitali sono al centro delle proposte di escursioni di La Thuile, in Valle d’Aosta, ora partner di Komoot, la piattaforma con la community outdoor più grande del mondo. Grazie a questa app, gli appassionati della montagna possono pianificare e vivere ogni tipo di esperienza nella natura, sul cosiddetto «lato wild del Monte Bianco», in una zona incantata che vanta oltre 22 laghi primordiali, uno dei ghiacciai più estesi e una delle cascate più imponenti della Val d’Aosta. Sono moltissime le opportunità sugli oltre 520 chilometri di La Thuile Infinity Trekking, una rete di sentieri che si sviluppano tra i 1.440 e i 3.486 metri di altitudine, con proposte per tutti, dal principiante, alla famiglia, all’esperto, con vari gradi di difficoltà, per un totale di 55 tour, 210 ore di cammino complessivo. Protagonista in ogni momento del viaggio è una montagna potente, che regala spettacolo e grandi silenzi, in un’autentica osmosi con la natura. Senza dimenticare i passi pianeggianti, come al Piccolo San Bernardo, e i borghi montani dove è ancora viva la tradizione.
E tutto questo è facilitato dalla tecnologia: su Komoot ci sono mappe 2D e 3D, tracce Gps e strumenti per la navigazione, per vivere al meglio queste esperienze alpine, tutti strumenti da utilizzare con computer Gps, smartphone e smartwatch. Senza però abbandonare le vecchie, care cartine da trekking, che oltre a dare sempre un’ampia visione d’insieme possono rivelarsi ancora indispensabili.
Molte strade portano a Roma. Il viaggio lungo i sentieri e i cammini è un’esperienza completa, che porta a scoprire luoghi suggestivi secondo un punto di vista inedito, sfuggendo all’overtourism e recuperando un gusto di muoversi un po’ vintage. I grandi classici sono il Cammino di Santiago, lungo 800 chilometri, la via Romea Strata, che parte dal Mar Baltico e arriva a Roma, per più di cinquemila chilometri, e la via Francigena, che va da Canterbury fino a Roma, per oltre 3.200 chilometri. Alcune di queste storiche vie si snodano anche tra i paesaggi del Belpaese, ma ci sono itinerari assai suggestivi esclusivamente in Italia, siano essi sentieri o cammini. Il Sentiero del Viandante, che percorre il ramo lecchese del lago di Como, è uno dei preferiti di Vincenzo Caruso di Cammini d’Italia, che si occupa di promozione turistica nell’ambito del «turismo lento».
«Quel sentiero, che si sviluppa in un ambiente boschivo, con il lago sempre in vista, è scenografico, ed è uno dei più belli del Nord Italia. Nel Centro, invece, consiglierei il Cammino del Gran Sasso, in Abruzzo. Nel Sud, il Cammino Materano, che comprende più vie, tra cui la Via Lucana, che si sviluppa interamente in Basilicata. E poi, il Cammino minerario di Santa Barbara, in Sardegna, che si snoda nell’entroterra e lungo la costa». Dal canto suo, Yuri Basilicò suggerisce di cimentarsi con il Sentiero Italia. «È il più lungo del mondo, e si snoda in montagna per quasi 8 mila chilometri. Congiunge tutto il Paese, toccando tutte e venti le regioni, parte dal Friuli-Venezia Giulia, fa tutta la catena alpina e poi dalla Liguria cavalca la dorsale appenninica per migliaia di chilometri, fino a chiudersi con la Sicilia e la Sardegna. È una summa perfetta delle terre alte italiane, una finestra aperta sull’anima più misteriosa e autentica del nostro Paese». Qualche anno fa lo staff di Va’ Sentiero ha percorso e documentato tutto il tragitto e ha realizzato una guida digitale, che si trova sul loro sito.
Per Basilicò un altro sentiero del cuore è l’Alta Via n.2 della Valle d’Aosta. «È spettacolare perché tocca montagne meno note e attraversa il Parco del Gran Paradiso. È come andare in Himalaya restando nel cuore dell’Europa. A chi volesse restare a quote più basse, consiglierei la traversata delle Foreste Casentinesi, un paradiso di faggi secolari, un patrimonio boschivo inaudito, dove si trova l’eremo di Camaldoli». Negli ultimi anni i cammini si sono reinventati. Oggi, alla luce della tendenza del «turismo esperienziale», che intende il viaggio come una somma di attività diverse, il cammino diventa anche un’occasione per partecipare a vari eventi. Un esempio collaudato è il Festival dei Cammini di Francesco, pensato come una manifestazione itinerante che oltre al trekking comprende convegni, presentazioni di libri, spettacoli serali. Si snoda tra alcuni dei più bei luoghi della Toscana e dell’Umbria, da Anghiari, a Sansepolcro, a Città di Castello. Terminato il Festival (quest’anno si è chiuso il 9 giugno) i sentieri restano, eterni, scenografici, silenziosi. Segnaliamo alcune tra le camminate da non perdere se si è in zona: l’escursione alla Tina dell’Omo salvatico e alla Torre dell’Elci, tra boschi e castagneti e L’anello di Montauto con incantevoli viste su borghi e vigneti. Infine, non si può non citare il Sentiero Liguria (650 chilometri) che collega la costa da Ventimiglia fino a Levante, al confine con la Lunigiana. Si sviluppa tra borghi secolari con il mare a strapiombo da un lato e i monti dall’altro. Si può percorrere in trenta tappe, proprio come il Cammino di Santiago.
