GRADO Troverà spazio nella splendida Casa della Musica, l’edificio quasi sicuramente più fotografato di Grado, il “Mudi Grado” ovvero il “Museo digitale di Grado: Origini e futuro” promosso e organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Un progetto che rientra nelle iniziative legate a “Go! 2025” e che rimarrà però allestito in forma permanente.
Un museo in più per l’isola, dunque, accanto a quella della Pesca e della realtà lagunare, a quello del tesoro della basilica che dovrebbe essere inaugurato in tempi abbastanza brevi e al Museo Nazionale di Archeologia Subacquea che dovrebbe (condizionale più che d’obbligo considerato il quasi trentennale passato con tanti annunci mai andati a buon fine) aprire il prossimo anno.
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Un polo espositivo davvero innovativo il “Mudi Grado”, che sarà aperto a febbraio del prossimo anno appunto in concomitanza con Go 2025. A cura della Fondazione Carigo sarà allestito, nell’ambito del progetto pluriennale CariGoGreen, un punto museale digitale in connessione con altri musei per la realizzazione di una serie di azioni volte alla valorizzazione, allo sviluppo e alla crescita del territorio dell’ex provincia di Gorizia con un approccio sostenibile e innovativo.
A Grado in specifico, con spese a carico della Fondazione, come spiega il presidente Alberto Bergamin, sarà proposta un’esperienza museale digitale innovativa dedicata alla storia dell’isola e alla sua identità. Si potranno ammirare, grazie alla realtà virtuale, la Grado antica, la Grado austriaca ma anche i personaggi come Biagio Marin. Sarà allestita una sala per fruire di esperienze in realtà virtuale dotata di appositi visori e schermo touch interattivi con contenuti dedicati alla storia di Grado, ai suoi personaggi, alle tradizioni, all’economia e alla società gradese.
Per fare un esempio indossando il visore Vr, quello della realtà virtuale, si potrà tornare indietro nel tempo e ammirare come era la basilica di piazza della Corte risalente al IV secolo d. C, sia esternamente dove c’era anche il battistero, sia internamente grazie a una ricostruzione fatta sulla base di varie documentazioni scientifiche e a modelli di analoghe basiliche sorte nell’agro aquileiese di quell’epoca. Si potranno ammirare anche i mosaici, oggi visibili solo in parte tra i resti della piazza. Ci sarà inoltre uno schermo touch, collocato a parete verticale, che ospiterà una timeline interattiva che metterà a confronto gli eventi più significativi accaduti a Grado con quelli accaduti nel resto del territorio isontino, dell’Europa e del mondo.
La Fondazione metterà inoltre a disposizione due totem/pannelli informativi da ubicare nel centro cittadino per dare una maggiore divulgazione e promozione del territorio. Queste notizie emergono da una delle ultime delibere adottate dal commissario straordinario Augusto Viola che, prima di chiudere la sua esperienza a Grado, ha firmato una serie di atti relativi a novità che scatteranno durante la prossima stagione.
Quanto a Gorizia capitale europea della cultura, il sindaco Giuseppe Corbatto ha già annunciato di avere l’intenzione di far diventare maggiormente partecipe Grado all’importante evento. Una decisione presa anche in considerazione del fatto che il maggior numero di posti letto di tutta la provincia di trovano proprio nell’isola. E anche questo museo digitale va in questa direzione.
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