Il caldo estivo non arriva e la Marca è alle prese con una coda lunga di virosi, bronchiti e polmoniti, abbassamento di voce, febbre e raffreddore. Non mancano i casi gravi.
A causa delle sindromi respiratorie 20 persone sono ricoverate negli ospedali trevigiani.
«Sono pazienti fragili che sviluppano problematiche respiratorie acute e presentano un quadro clinico tale da richiedere l’ospedalizzazione, all’origine di queste sindromi virus e batteri che solitamente circolano nei mesi più freddi» commenta il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.
«La colpa è della variabilità del meteo, che continua a riservarci repentini sbalzi di temperatura, piogge e umidità, alternati a improvvisi picchi di calore. Un’anomalia per il periodo che si riflette anche sulla salute» commenta il dottor Giuseppe Losego, presidente dell’ordine dei farmacisti di Treviso nonché titolare di una farmacia a Conegliano.
Dalle vendite dei medicinali da banco e dalle prescrizioni dei medici di base, si ha la conferma dei malanni (decisamente “fuori stagione”) dei trevigiani.
«Siamo alle prese con un exploit di virosi “invernali”, ma anche tante sindromi che provocano tosse stizzosa e faticosa da mandare via; e poi patologie più serie come le bronchiti e le polmoniti, specie nella popolazione più anziana e fragile» aggiunge il presidente Losego.
Sembra di essere tornati indietro di qualche mese. Ad andare per la maggiore sono infatti gli sciroppi contro la tosse, i mucolitici, ma anche gli antibiotici, questi ultimi indicati dai curanti per contrastare le infiammazioni respiratorie più severe.
Seguono il paracetamolo per abbassare la febbre, e i ritrovati a base di vitamina C per stimolare il sistema immunitario.
«La tendenza a indossare capi più leggeri, nonostante il meteo è tipica dell’estate; il maggior numero di ore di luce invoglia a stare all’aria aperta, però occorre prestare attenzione quando si suda, vale soprattutto per le persone più anziane o affette da patologie croniche» dice il farmacista.
Appare invece rientrata, almeno per il momento, la carenza di alcuni farmaci adoperati per il trattamento delle malattie croniche e la penuria di alcuni prodotti salvavita.
Ad esempio, il Creon, un prodotto costituito da enzimi pancreatici, indispensabile per chi soffre di gravi problemi di fegato e pancreas, arrivato per mesi con il contagocce.
Per il Creon, si temeva che la restrizione delle forniture potesse durate fino al 2025, anche a causa di una congiuntura internazionale che provocava arrivi limitati di vari prodotti farmaceutici e molecole basilari per sintetizzare il medicinale.
Fortunatamente, l’emergenza sembra rientrata. Superata anche la difficoltà a reperire l’antiacido Riopan e il Levotirsol, un ormone per la tiroide.
«Sono stati mesi complicati, durante i quali le farmacie hanno cercano di ovviare, provando a sollecitare le forniture oppure cambiando la posologia in accordo con il medico di famiglia, o ancora, preparando degli allestimenti galenici “in casa”, laddove possibile» ricorda Losego «ora la situazione è migliorata, ma continuiamo a monitorare, poiché l’instabilità dei mercati internazionali a causa dei conflitti e delle tensioni tra Paesi, non è superata».
La federazione di categoria Fofi continua a controllare la situazione, interagendo con i farmacisti che rappresenta e interagendo con le aziende produttrici.
Nel frattempo, si attendono indicazioni da parte dell’agenzia del farmaco (Aifa) sulla possibilità di adoperare l’insulina settimanale (un farmaco che consente una sola iniezione a settimana per il diabete di tipo 2).
«Non abbiamo ancora le linee guide in merito» conclude il presidente dell’ordine dei farmacisti «aspettiamo che l’Aifa definisca i pazienti che possono richiederla e le modalità operative».
