Come nelle previsioni, nemmeno venate da ottimismo, a Tivoli, i cittadini eleggono Marco Innocenzi, di Fratelli d’Italia, soltanto un pelo sopra la percentuale che lo avrebbe obbligato a disputarsi il titolo tra due settimane. Effetto: ballottaggio escluso. La destra vince al primo turno con il 52.55 per cento dei consensi (il dato è ancora provvisorio), sufficiente a doppiare la percentuale delle “48 piazze” di Francesca Chimenti, attestata al 26.62%.
A differenza dell’andamento nazionale (Europee e Amministrative) a uscirne con le ossa rotte è il Pd che «ha trovato» in Giovanna Marconi (13.69%), una inappuntabile candidata-sindaca, che, pur essendosi espressa al limite della capacità personali, ha pagato la sostanziale vacuità del Democratico in quanto partito, perennemente impegnato nello scontro tra correnti. Una malattia espressione complessiva nel comprensorio nomentano-tiburtino.
Con Innocenzi, la politica fa il reingresso a Palazzo San Bernardino. Dopo 10 anni di Giuseppe Proietti primo cittadino, allontanato dalla sede comunale a prescindere dall’esito del voto, avendo completato i due mandati, consecutivi, massima possibilità prevista dalla legge. Proietti, ex direttore generale del ministero dei Beni culturali (il Mibact) rappresentò la coalizione di liste civiche formatasi due lustri fa contro l’ex sindaco e molto altro Marco Vincenzi, all’insegna dello slogan «basta vincenzismo».
La curiosità su come andrà fa premio sulla elezione di Marco Innocenzi. Curiosità dettata dalla tenuta della decina di variegate liste che l’hanno sostenuto, Alternativamente. Sono passate alla cronaca politica dei mesi scorsi le furibonde liti tra liste e tra correnti all’interno delle stesse
Per concludere, Marco Innocenzi, residente a Tivoli Terme, è titolare di una piccola azienda del travertino (un campione a Tivoli, città che i conti con la pietra li ha misurati già molti anni fa). La coalizione: Aria Nuova, Cittadini in movimento, Democrazia Cristiana, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Laboratorio Tivoli, Lega, Lista Innocenzi Sindaco, Noi Moderati, Partecipazione Popolare.
Un raggruppamento all’interno del quale suscita alquanto particolare attenzione la Democrazia cristiana, che per la prima volta nella sua storia, si trova parte componente d’una formazione di destra. Per raccapezzarsi, bisogna tornare al congresso dell’Msi di fine giugno 1960 a Genova e al governo Tambroni, che ne autorizzò lo svolgimento. Era quello, un multicolore comprendente anche il partito neofascista.
(t.ve.)
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