Ivrea
Dopo una gestazione lunga 7 anni, attraverso tre amministrazioni comunali di colore diverso, la variante generale al Piano regolatore di Ivrea arriva per l’approvazione definitiva in consiglio comunale. La data con ogni probabilità sarà quella del 24 giugno.
A dare il via libera all’atto più importante e impattante che un’amministrazione comunale possa produrre, sarà paradossalmente l’attuale maggioranza che questo stesso documento urbanistico l’aveva fortemente osteggiato, quando era all’opposizione, durante i cinque anni di amministrazione di centro destra guidata da Stefano Sertoli. Qualche piccola modifica è stata apportata durante la conferenza di pianificazione dei mesi scorsi attraverso l’accoglimento di prescrizioni e suggerimenti arrivati dalla Regione. Resta il dato politico che questo Prg non è certo farina del sacco di questa maggioranza che però lo approverà per ragioni di continuità amministrativa. Impensabile gettare alle ortiche le centinaia di migliaia di euro già spesi, ricominciare un iter lungo e incerto in una città che da oltre un anno e mezzo è in regime di salvaguardia e tutti i progetti sono di fatto fermi.
Nel concreto la variante generale al Prg cercherà di dare una scossa al mercato immobiliare, rispettando però rigorosamente il principio dello stop al consumo del suolo. «Vengono aggiunti 10 ettari di terreni potenzialmente edificabili – spiega l’assessore all’urbanistica Francesco Comotto – ma allo stesso tempo 40 ettari sono stati tolti. Il saldo è quindi è negativo».
Il Prg2000, entrato in vigore nel 2006, era nato di fatto già vecchio. Prevedeva grandi ambiti di trasformazione, con vari proprietari, di fatto irrealizzabili con lo scoppio della crisi immobiliare del 2008 e una città che è andata ridimensionandosi rispetto alle previsioni degli allora progettisti che immaginavano che Ivrea sarebbe passata dai 24 ai 36mila residenti. Previsioni demografiche e socio economiche del tutto errate. Quel Piano regolatore ha visto, infatti, completati solo il 30% degli ambiti di edificazione, perché oggettivamente troppi grandi, con un mix funzionale tra residenziale, commercio e terziario che limitavano parecchio le operazioni immobiliari e costringevano a cedere al Comune vaste aree, per lo più verdi da dover mantenere.
La variante Prg inserirà la perequazione diffusa, uno strumento sperimentale. Il privato potrà rinunciare al diritto di edificazione (su cui paga l’Imu) in cambio della possibilità di costruire all’interno di un tessuto urbano consolidato: si tratta di una cinquantina di lotti di completamento di non grandi dimensioni.
Tra le altre novità c’è l’inserimento, imposto durante la conferenza di pianificazione, del vecchio tracciato del Peduncolo: quella sorta di variante che dal Terzo ponte di Ivrea proseguendo in parte lungo il Naviglio a ovest di Ivrea libererebbe in parte il traffico che oggi insiste su corso Vercelli. L’amministrazione Sertoli aveva inserito nel Prg una versione ridotta (economicamente più compatibile) ma Città metropolitana l’ha bocciata in quanto il tracciato originale era stato introdotto nel Ptc2, il documento di pianificazione territoriale strategica. Dopo l’approvazione in consiglio comunale la variante generale al Prg necessiterà ancora di due passaggi formali ma indispensabili: all’Aipo e alla Sovrintendenza di Roma.
Era l’aprile del 2017 quando l’allora amministrazione di centro sinistra Della Pepa affida all’archistar Stefano Boeri la variante strutturale del piano regolatore del Comune. Nel luglio 2021 il team di Boeri lascia Ivrea. Le ragioni, oltre a quelle di un adeguamento economico chiesto dai professionisti, non sono mai state chiarite. Sta di fatto che dopo un lungo stop, l’iter riprende nel 2022 con un incarico affidato studio associato Architetti Paglia di Agliè. Nel gennaio 2023 la maggioranza di centro destra approva in Consiglio l’adozione del Progetto preliminare della variante generale al Piano regolatore. A 15 giorni dal voto amministrativo del maggio di quello stesso anno la giunta approva, tra le proteste delle opposizioni, la proposta tecnica del progetto definitivo. Di fatto da quel momento in poi il documento urbanistico non può essere modificato.