Nei primi 5 mesi dell’anno il Prosecco Doc è tornato a crescere sul mercato: del 5,6%. E il Rosé addirittura del 23%. Ma Giancarlo Guidolin, neopresidente, non si accontenta. «I dati dicono che stiamo andando bene. Ma dobbiamo gestire questo patrimonio e il momento che stiamo attraversando con visione. E anche con coesione».
Non è ancora il momento, dunque, di tirare un sospiro di sollievo?
«No. Sento una grande responsabilità che è dettata sicuramente da una situazione difficile che ha oggi il mondo dell’economia e di conseguenza la preoccupazione che di tutto ciò risenta anche la nostra denominazione. Una grande responsabilità nei confronti dell’intera filiera, ma in particolare del consumatore per cui dobbiamo lavorare per consolidare la fiducia».
Quindi più attenzione al valore che alla quantità?
«Non è che quantità e valore siano in assoluto contrasto. La questione fondamentale oggi è che la denominazione ha raggiunto una dimensione così importante che quello che dobbiamo fare nel futuro è lavorare per dare maggiore valore alle nostre produzioni. Questo vuol dire andare a spiegare in giro per il mondo che non è tutto Prosecco quello che viene chiamato Prosecco. Dobbiamo mettere in atto tutte le azioni di valorizzazione per accompagnare la produzione alle esigenze del mercato».
Quali traguardi, dunque, si propone?
«Le nostre priorità in linea con le attese dell’intera filiera, dai viticoltori agli imbottigliatori che hanno reso possibile il successo di questa denominazione, restano: la qualità delle produzioni, la sostenibilità delle stesse, l’attenzione verso i consumatori e le comunità locali di cui facciamo parte a pieno titolo».
Lei è stato fermamente voluto dalle cooperative, cioè dalle cantine sociali…
«Ma sarò sempre il presidente di tutti e avrò maggiore attenzione verso coloro che magari in questo momento hanno qualche perplessità o dubbio. In ogni caso sono stato votato da tutti. Sicuramente da parte mia tutte le componenti della filiera avranno la massima attenzione e farò di tutto per avere una conduzione collegiale e unanime».
Con un occhio di riguardo per l’altro candidato forte, Giangiacomo Bonaldi?
«Abbiamo tre vicepresidenti (Bonaldi, Botter e Mattiuzzo) con i quali credo di aver già impostato un lavoro di massima collaborazione. Vogliamo essere uniti, coesi, con più idee possibili per ottenere maggiori risultati».
Come articolerà il confronto con gli altri Consorzi?
«Conosco il presidente della Docg, da parte mia ci sarà la massima collaborazione. Se ci sarà da organizzare qualcosa assieme lo faremo e cercheremo tutti insieme di difendere il Prosecco che poi è Docg o Doc, o ancora Asolo Montello, ma è sempre prosecco. Noi non siamo mai stati conflittuali e quindi continueremo con lo stesso stile tenuto fino ad oggi».
La battaglia contro il riconoscimento del Prosek non è stata ancora vinta.
«Noi lavoreremo per ottenere quanto prima un pronunciamento definitivo a nostro favore. Noi, la battaglia nel ribadire il principio l’abbiamo già vinta, adesso tenendo conto dei tempi della politica e che in mezzo ci sono anche le elezioni europee e la nomina della nuova Commissione europea, sappiamo che ci vorrà del tempo e che non possiamo forzare la mano. Però siamo convinti che porteremo a casa il coronamento di quella operazione».
Il suo sarà un mandato di continuità o di discontinuità con i 12 anni di presidenza Zanette?
«C’è poco da dire qui c’è solo da lavorare. Un impegno che non potrà che dare prosecuzione a quanto è stato fatto in questi anni e che non ha precedenti nella storia dell’enologia mondiale. In questo senso vorrei ringraziare innanzitutto il past president Stefano Zanette con il quale abbiamo condiviso il percorso che ci ha condotto fino ad oggi. Un grazie sentito voglio poi indirizzarlo anche ai consigli di amministrazione che si sono succeduti fin dalla nascita del Consorzio per aver creato i presupposti affinché il Prosecco rappresentasse quella realtà che ora abbiamo sotto ai nostri occhi. Chiaramente ringrazio il consiglio che mi ha nominato e con il quale, assieme ai competenti uffici del Consorzio, conto di poter lavorare nel prossimo triennio al fine di consolidare i risultati fin qui raggiunti».