Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz, la sfida è qui. Chiamata sostanzialmente da quando è stato svelato il tabellone, la semifinale che a molti ricorda una finale anticipata è ora in scena e sarà la prima a giocarsi sul Court Philippe Chatrier alle 14:30. I due ci arrivano con lo stesso numero di titoli in singolare in carriera, 13, e con un percorso non propriamente dissimile dal momento che entrambi hanno perso (in modalità diverse) un set.
Per il loro primo confronto al Roland Garros si parte da una certezza: fino ad ora Sinner ha tirato più vincenti (176-161) e più ace (31-14) di Alcaraz, commettendo anche qualche errore gratuito in meno (124-139); comparabili i punti vinti sulla prima (219-217 per il murciano), leggermente meglio Jannik nel suo storico cavallo di battaglia, la seconda (85-74). Lo spagnolo, però, dai punti in risposta qualcosa in più è riuscito a ottenere (237-219), anche se questo dipende più che altro dalle evoluzioni dei match e dalle differenti chiavi tattiche che si sono dovuti trovare a fronteggiare i due.
Chiavi tattiche che, va detto, hanno anche un dato non dipendente dai due da dover tenere d’occhio: l’ampiezza del campo. Il Court Philippe Chatrier, dopo le linee, ha spazio immenso, proprio quello che piace ad Alcaraz nel caso in cui fossero necessari dei recuperi molto complicati (ed erano anche la ragione per cui la questione del fare punto a Nadal non era proprio facile, finché il maiorchino è stato padrone assoluto di Parigi).
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Una chiave importante è quella della velocità, specie sul dritto: è la parte più importante per Sinner, quella che gli consente di comandare lo scambio e di non dare fiducia allo spagnolo. Con questo colpo Jannik è in grado di disporre a proprio piacimento di qualsiasi avversario, anche di Alcaraz qualora non gli lasci semplicemente il tempo di prendere qualsiasi tipo di iniziativa. Si tratta, peraltro, di una situazione che l’iberico soffre particolarmente, e non solo contro l’uomo che, lunedì, sarà il 29° numero 1 del ranking ATP.
Indubbiamente Alcaraz proverà a fare il suo giocando un tennis meno di velocità di palla e più di rotazioni, un elemento che potrebbe non piacere particolarmente a Sinner. Elemento che, però, può entrare in gioco soltanto se è il servizio di Jannik a non funzionare particolarmente. In altri termini: tenendo un’alta percentuale di prime, l’altoatesino avrà chiaramente un vantaggio, anche su quella terra rossa che ha visto i due sfidarsi solo una volta a livello ATP, a Umago nella finale nel 2022. E, rispetto a quell’ultimo atto croato, non è che è cambiato molto: è cambiato (quasi) tutto. Un occhio naturale dovrà essere portato alle variazioni che il murciano tenterà, quelle che proveranno a mandare fuori ritmo un Sinner per il quale, forse, stavolta l’accorciamento degli scambi potrà essere una chiave da utilizzare in determinati momenti (non in tutti: se si gioca sulla diagonale del dritto e lo scambio si allunga, Jannik può tendere ad avere ragione).
Un fattore certamente non entrerà in gioco: quello della fatica. Sono comparabili i tempi di permanenza in campo (13 minuti di differenza: 12 ore e 1 minuti per Sinner, 12 e 14 per Alcaraz), come pure sono comparabili le distanze percorse (2,49 km per l’uno, 2,62 per l’altro). Proprio per questo, sapendo ognuno che l’altro sarà al massimo, le strategie potranno essere perfettamente applicabili. Non farà troppo caldo: oggi è prevista una massima di 22 gradi, e anche se c’è il sole questa è fondamentalmente una condizione ideale per Sinner e che, allo stesso tempo, è congeniale ad Alcaraz senza essere fortemente dalla sua parte.