Felicissimo di tornare a Pavia, dove è di casa e dove ha tanti amici, Fabio Treves sarà la star di “Blues in Town 2024”, in programma per la prima volta al teatro Fraschini. Un’iniziativa benefica (gli incassi andranno, infatti, all’associazione Cell4Kids del reparto di Oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia) che si terrà domani sera alle 20.30 nel principale teatro cittadino.
Sul palco, con la Treves Blues Band che quest’anno festeggia 50 anni di carriera, i Lovesick, trio bolognese dalle radici nel country americano, nel rock’n’roll, nel western e nella musica swing degli anni ‘40 e ‘50, e i pavesi The Blue Flames, gruppo Hard’n’ blues. «Star? Non scherziamo – esordisce il cantante e armonicista milanese – sul palco siamo tutti uguali, ho collaborato con artisti davvero incredibili, l’elenco è davvero molto lungo, non voglio tediare nessuno, ma giusto qualche nome: Frank Zappa, Bruce Springsteen, Mick Fleetwood, posso quindi dire che i grandi musicisti sono anche grandi persone. Umili e disponibili. Soprattutto se il loro background, il loro retroterra, è il blues: perché questo genere musicale, di cui mi onoro di essere un rappresentante, esprime valori incredibili come l’accoglienza, il riscatto e la giustizia sociale. E quindi domenica sera, al Fraschini, la Treves Blues Band chiuderà la serata insieme ai Lovesick e ai The Blue Flames: perché il blues è anche condivisione. Nel mio ambiente non siamo competitivi, siamo persone affettuose...».
Un bluesman aperto a tante influenze...
«Premessa fondamentale, per me la buona musica è buona musica, che sia jazz, rock o classica. Stendiamo, anche a rischio di apparire snob o antipatici, un velo pietoso sulle proposte mainstream. Mi limito a dire che, se voglio conservare il mio buon umore, non ascolto la musica che oggi va per la maggiore. Naturalmente non è vero che un amante del blues deve ascoltare solo blues e io infatti ascolto un po’ di tutto, basta che sia ottima musica. Amo gli Stones, i Doors, gli Zeppelin, d’altronde il blues è la fonte del rock... Non sono appunto un fondamentalista».
Persino in una grande paese come gli Stati Uniti il rock sta diventando un genere di nicchia, per non parlare del blues e del jazz che lo sono sempre stati: domina il pop più commerciale...
«Lo so, ma non ho perso tutte le speranze: nel senso che i giovani, sono legittimato a parlare così dall’alto dei miei 74 anni, non sono insensibili al bello, alle proposte di qualità. Nel mio piccolo, lotto per far conoscere la bellezza del blues: d’altronde il mio motto è “Blues alle masse!”».
Il biglietto di Blues in Town 2024 costa 25 euro, prevendita nel sito del Fraschini. La serata sarà presentata da Maurizio “Doc Feelgood” Faulisi, deejay di Virgin Radio (al Fraschini saranno esposti ritratti di artisti rock e blues di Carlo Montana). —
