Un coro di condanna per il fermo e la perquisizione di Angela Nittoli, collaboratrice de Ilfattoquotidiano.it, del fotografo del Corriere della Sera Massimo Barsoum e del videomaker freelance Roberto Di Matteo, arriva dal centrosinistra. E contro il modus operandi della polizia si schierano anche l’Ordine dei giornalisti, il sindacato Fnsi, l’Associazione Stampa Romana e diversi comitati di redazione. Il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra chiamano in causa direttamente il Viminale, invitato a fare “subito chiarezza”, chiede Andrea Orlando, riguardo all’identificazione e al fermo poco prima di un’azione dimostrativa di Ultima Generazione a Roma dei tre giornalisti, guardati a vista in commissariato e accompagnati perfino in bagno.
“Non bisogna sottovalutare in alcun modo questi episodi che costituiscono dei campanelli d’allarme che rischiano di compromettere diritti fondamentali come quello all’informazione”, dice il deputato dem che è stato ministro della Giustizia nel governo Renzi. Nicola Fratoianni, ricordando i precedenti episodi di Messina e Padova, parla di “un comportamento delle forze dell’ordine ormai insostenibile e che deve avere risposte chiare dai vertici della questura di Roma e del Viminale e da parte del governo” e annuncia un’interrogazione parlamentare chiedendo che “da parte di tutte le forze politiche vi sia una presa di posizione unanime a difesa della libertà di stampa perché il livello di tollerabilità è ormai ampiamente superato”. Solidarietà anche dal M5s: “Il lavoro giornalistico, di documentazione e di ripresa deve essere sempre garantito, nel rispetto delle condizioni di sicurezza di ciascuno ma assicurando il pieno esercizio della libertà di stampa”, dice la senatrice Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ricorda che lo scorso 10 maggio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva rassicurato i rappresentanti dell’Odg e il sindacato Fnsi riguardo alla” tutela dei giornalisti nello svolgimento del loro lavoro nel pieno rispetto del diritto di cronaca”. E invece è accaduto di nuovo: “Lo ribadiamo con fermezza: i giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine e muniti di tessera professionale hanno non solo il diritto, ma il dovere di seguire i fatti di cronaca e il loro lavoro non può essere interrotto senza validi e fondati motivi dalle forze dell’ordine – rimarca Bartoli – Non vorremmo che il fermo dei cronisti diventi una prassi. È incostituzionale e lesivo della libertà di stampa e del diritto dei cittadini ad esser informati”.
Critica anche la Federazione nazionale della stampa italiana per la quale il fermo è “censura preventiva” e “palese violazione delle leggi sulla stampa e dell’articolo 21 della Costituzione”. Un “episodio gravissimo” per l’Associazione Stampa Romana e il Cdr Approfondimento Rai che lo definiscono “indegno” di “un Paese democratico e assai preoccupante su cui deve essere fatta immediata chiarezza”. Per Gv Press, l’Associazione italiana giornalisti videomaker, è “inaccettabile veder ancora minato un diritto democratico come la libertà di stampa” e chiede “immediati chiarimenti”. Oltre ai comitati di redazione de Ilfattoquotidiano.it e Il Fatto Quotidiano, solidarietà ai tre colleghi è arrivata anche dal Cdr del Corriere della Sera che ha “stigmatizzato” l’accaduto. Di episodio “paradossale” parla Unirai ricordando che “i giornalisti, i fotografi e gli operatori di ripresa svolgono un ruolo fondamentale per l’esercizio della libertà di informazione in uno Stato democratico”.
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