Prorogati di altri sei mesi i presidi fra Italia- Slovenia e fra Slovenia, Croazia e Ungheria
Altri sei mesi di controlli, anche durante il periodo estivo, con possibili disagi per i vacanzieri in viaggio verso Slovenia e Croazia e viceversa. E il ritorno all’epoca di Schengen rimane una chimera, almeno fino a Natale.
È lo scenario sul confine tra Italia e Slovenia – ma anche su quelli tra Slovenia e Croazia e Ungheria – che si è concretizzato mercoledì 22 maggio, con gli annunci di Roma e poi di Lubiana su un nuovo prolungamento dei controlli temporanei alle frontiere, introdotti a ottobre.
Ad aprire le danze è stato il ministero degli Interni italiano, che ha rivelato una telefonata tra il ministro Matteo Piantedosi e il suo omologo sloveno, Bostjan Poklukar, in cui si è convenuto di «mantenere per ulteriori sei mesi» (dalla scadenza del prossimo giugno) i controlli, mossa giustificata anche dall’innalzamento del livello di allerta in vista del G7 italiano.
«Le modalità saranno attuate in modo tale da causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e merci», ha assicurato Piantedosi, aggiungendo che si continueranno a cercare soluzioni con i Paesi vicini per consentire «un ritorno a una libera e sicura circolazione».
A stretto giro di posta, anche la simmetrica decisione di Lubiana, che ha esteso ieri i controlli al proprio confine con Croazia e Ungheria, sempre fino al 21 dicembre. Controlli che saranno, come ora, «mirati, per prevenire terrorismo, estremismo e crimini transfrontalieri» e avranno le minori conseguenze possibili «sui viaggiatori», in particolare in vista della stagione estiva, ha assicurato Poklukar.
Non ci furono disagi sotto Natale, non ce ne saranno a luglio-agosto, ha promesso il ministro, prevedendo al massimo «qualche minuto di ritardo» nel passaggio delle frontiere in caso di gran traffico.
Ma la riprova del suo ottimismo arriverà solo in estate. Non è affatto sorpreso dal prolungamento dei controlli il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che svela di aver fatto appello, già prima dell’ultima estensione, alle massime autorità istituzionali a Roma affinché sia garantita la massima facilità di circolazione per i tantissimi transfrontalieri.
«Tajani me l’aveva anticipato, Piantedosi me l’ha confermato: verranno adottate delle misure per non intralciare in alcun modo il traffico transfrontaliero», fa sapere il primo cittadino di Gorizia. «Vero è – chiosa Ziberna – che il nostro auspicio è arrivare al 2025 senza la sospensione di Schengen, per un motivo puramente simbolico», ossia gli eventi della Capitale europea della cultura, che richiameranno a Gorizia e Nova Gorica «centinaia di migliaia di persone», in un’area che dovrà tornare a essere «senza confini».
«Per come sono fatti» i controlli «non sono d’accordo», spiega invece il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. «L’altro giorno sono tornato dalla Slovenia passando dal valico del Lazzaretto e non c’era niente, tutti i valichi minori non sono presidiati, mentre ci sono controlli a Fernetti, Basovizza e Pese. Tanta forma e poca sostanza».
«O le cose si fanno in una certa maniera, con una logica di controllo del territorio, ma se io esco dal Lazzaretto e ritorno indietro e non c’è nessun controllo c’è qualcosa che non funziona», continua Dipiazza.
Molto critico verso i controlli Roberto Treu, presidente del Consiglio sindacale interregionale Italia-Slovenia, che conferma che i disagi per i transfrontalieri finora sono stati relativamente limitati, ma non assenti e dunque molti, oggi, «preferiscono optare per valichi secondari».
Ma il problema è più ampio. Parliamo di misure «senza alcuna utilità» e di «pura propaganda che fa spendere soldi e impiega il personale» di polizia per «questioni che non riguardano né la rotta balcanica, né l’ingresso di eventuali terroristi». Ma soprattutto c’è «una violazione dei principi di fondo della Ue – la libertà delle persone – mentre merci e finanza si spostano liberamente».
Sulla stessa linea la segretaria Pd Fvg Caterina Conti, che parla di «altri sei mesi di milioni di euro sprecati, altro personale delle forze dell’ordine sottratto alle vere necessità della sicurezza nelle città, un altro passo indietro contro la libertà di circolazione» e i «principi fondativi» Ue, imponendo «vecchi confini e inefficaci restrizioni».
«I controlli nel periodo estivo produrranno problemi e rallentamenti», prevede invece Mauro Capozzella (M5s), mentre Emanuel Oian (candidato alle europee per Alleanza Verdi Sinistra) parla di «propaganda romana sui transfrontalieri e su chi abita il confine».
Di tenore opposto la lettura del senatore e segretario Lega Fvg Marco Dreosto, che assicura che è un «bene» il prolungamento «dei controlli per contrastare l’immigrazione clandestina». E, visti i risultati di arresti di passeur e respingimenti, «non era il caso di abbassare la guardia». —
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