TRIESTE La conferenza dei servizi si è appena conclusa, riportando esito positivo. C’è da attendere un ultimo parere sul piano antincendio, poi si potrà finalmente procedere alla stesura del maxi-progetto di ristrutturazione e alla messa in gara dei lavori da 11,2 milioni di euro. Manca ancora del tempo alla riapertura della Biblioteca civica di piazza Hortis, chiusa da 16 anni tondi, ma l’assessora ai Lavori pubblici Elisa Lodi indica una data da cerchiare sul calendario: i lavori di ristrutturazione di palazzo Biserini «saranno appaltati entro il primo semestre 2025» e l’avvio del cantiere seguirà a ruota.
Niente render, ma l’anteprima è ricca. Al pianterreno ci sarà, oltre all’emeroteca Fulvio Tomizza già in funzione, il nuovo “LeTs”, il museo della Letteratura di Trieste, la cui inaugurazione – anticipiamo – è prevista «entro l’estate».
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Il primo e il terzo piano ospiteranno spazi lettura e sale conferenze, il secondo un’area museale, mentre i depositi-scaffale saranno accomodati al quarto: il quinto rimarrà inutilizzato. Palazzo Biserini, dice l’assessora, «tornerà alla città». In vesti più moderne – sarà anche digital, per attirare i lettori più acerbi – ma coerenti alla sua storia.
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La storica sede della Biblioteca civica è chiusa dal 2008 e l’epopea ha attraversato quattro amministrazioni. Il progetto è corposo e le bozze risalgono alla prima giunta Dipiazza. Era il 15 marzo 2004 quando veniva approvato il “piano preliminare per la sistemazione di tutto l’edificio a uso esclusivo di Biblioteca civica”, premessa alla ristrutturazione di palazzo Biserini. L’edificio è meritoriamente riconosciuto quale pezzo di storia della città: costruito nel 1802 su disegno di Bobolini, accolse negli anni l’Accademia di commercio e nautica, le Scuole reali, il museo di Storia naturale e la Biblioteca civica. In tempi più recenti, l’emeroteca Fulvio Tomizza, tra i pochi locali ancora accessibili.
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Nel 2008, a quattro anni dai primi annunci destinati a ripetersi, palazzo Biserini viene infatti chiuso al pubblico. I primi lotti vengono riportati a bilancio, i volumi storici – il più antico risale al 1171 – messi in sicurezza e le attività trasferite nel piccolo edificio in via Madonna del Mare, dove molti dei libri dovevano essere ordinati con alcuni giorni di anticipo: una sede «temporanea», prevista per due anni, inesorabilmente destinati a moltiplicarsi.
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Non che il cantiere sia fermo del tutto: negli anni vengono restaurati arredi e soffitti decorati, realizzato il corpo ascensore e ripristinata la copertura della corte interna. Interventi onerosi (il Comune spende 5,8 milioni) ma il restyling richiede più tempo del previsto: palazzo Biserini è del resto un edificio antico – fu anche sotto intendenza napoleonica – e i punti d’intervento sono tanti. Nel 2021 arriva la svolta: un maxi-finanziamento di 11,2 milioni dalla Regione, annunciato come la chiave di volta per «restituire alla città la sua casa culturale».
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La Biblioteca civica rimane però chiusa in attesa di restauro, e ai sopralluoghi tecnici si accavallano ricorsi politici. L’ultimo, in ordine di tempo, è del Pd con la segretaria provinciale Maria Luisa Paglia e il «giustificato timore che il programma non sia adeguato e i finanziamenti non sufficienti per completare i lavori». La Biblioteca Hortis farà «la fine – si chiede la dem – di tante altre opere pubbliche, si protrarrà all’infinito»? L’assessora Lodi rassicura: «Manca poco».
A commento della relazione, la titolare dei Lavori pubblici annota che «l’iter non si è mai arrestato, ma ha richiesto numerosi passaggi nella sua complessità»: in particolare attinenti alla «tutela del patrimonio storico», oltreché la messa in sicurezza antisismica e antincendio. Il cantiere, a ogni modo, è «sempre più vicino». In aprile si è conclusa la conferenza dei servizi e l’esito è stato positivo. Mancano i pareri finali, la validazione del progetto, poi 30 giorni per la stesura dell’esecutivo. «Entro il primo trimestre 2025 – dichiara Lodi – salvo imprevisti, ci sarà la gara. Entro il primo semestre, appaltiamo i lavori».
Il taglio del nastro non è dietro l’angolo, nessuno si sbilancia su possibili date, ma c’è almeno un progetto cui manca l’approvazione e un termine per affidarlo. Entrando, idealmente, nel palazzo, al pianterreno si troverà, come scritto, oltre all’emeroteca, il nuovo museo “LeTs”, con bookshop e spazi di aggregazione. Il secondo piano rimarrà destinato all’area museale, il quinto risulta inagibile per ragioni strutturali mentre il quarto piano ospiterà principalmente i depositi a scaffale: i vincoli storici rendono impraticabile l’apertura di abbaini e i vani sottotetto sono troppo bassi perché vi dimorino aule studio o postazioni internet.
Il cuore della biblioteca sarà quindi spalmato tra primo e terzo piano: qui saranno realizzati uffici, sale conferenza e spazi lettura. Alcune novità sono svelate dalla referente per la biblioteca Gabriella Norio, che parla di un «allestimento adeguato ai tempi che corrono». I lettori troveranno sugli scaffali volumi antichi e manuali specialistici ma la biblioteca sarà di «animo generalista»: un «punto di incontro e riferimento». Romanzi popolari e testi più impegnati comporranno il catalogo offerto anche in «versione digitale» e con «servizi online»: molte delle richieste dei prestiti pervengono ormai da remoto e anche un faro di storia deve adeguarsi alle amenità moderne.
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