Le mani sulle Olimpiadi invernali. Prima l’insistenza di un imprenditore – Luca Tomassini, presidente e amministratore di Vetrya, poi Quibyt, società con sede a Orvieto – con l’ex ad della fondazione Milano-Cortina Vincenzo Novari, per la nomina del manager Massimiliano Zuco come responsabile dei processi innovativi del comitato organizzatore dei Giochi.
Poi, a incarico assegnato e a compenso stabilito (857 mila euro, tra il 2020 e il 2022), l’inizio del circolo vizioso dei favori. Favori dall’ammontare pari a 1,9 milioni di euro: il valore complessivo di tre affidamenti aggiudicati da Vetrya e Quibyt per la gestione dei servizi digitali legati ai Giochi.
Un primo affidamento per lo «sviluppo delle piattaforme web e mobile», uno per i «servizi licensing Office 365, hosting in cloud e operation» e un terzo per «l’implementazione Microsoft Azure Information Protection».
Ma l’indagine potrebbe essere più vasta, interessando altri affidamenti e altre società, accomunati da «profili di criticità» . Quello emerso finora è un sistema messo in piedi dai tre, per «favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale» a Vetrya, in cambio di «somme di denaro e altre utilità» per Novari e Zuco. Flussi finanziari e presunte retrocessioni di denaro da parte della società di Orvieto: in una parola, tangenti. Il virgolettato è uno stralcio del decreto di perquisizione emesso dalla procura di Milano, ed eseguito ieri dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, nelle sedi della fondazione Milano-Cortina e di Quibyt. Perquisizioni, ordini di esibizione, ispezioni di sistemi informatici, sequestri e acquisizione di documentazione.
«La fondazione deve essere una casa di vetro. Chiunque voglia guardarci dentro deve trovare le risposte sui comportamenti gestionali» il commento del ministro dello Sport Andrea Abodi, mentre fonti ministeriali assicurano che non ci saranno ripercussioni sulla realizzazione delle opere. L’operazione – coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano con i pm di Milano Francesco Cajani e Alessandro Gobbis – ha avuto origine da un’indagine parallela. Quella relativa a una maxi truffa sui servizi di telefonia, e che già vedeva coinvolta Vetrya.
È stato proprio passando al setaccio i messaggi Whatsapp inviati da Tomassini che gli inquirenti hanno individuato questa ulteriore rete di comunicazioni, legata alle Olimpiadi, e dal «linguaggio esplicito». Una triangolazione, che individua Zuco come «sempre attivo in interlocuzioni» con Tomassini, «in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza e imparzialità nell’aggiudicazione di gare pubbliche». Ed è proprio nelle chat, ad esempio, che viene menzionata l’«auto smart per Zuco, pagata direttamente da Tomassini tramite Vetrya fin dal novembre 2019». È l’imprenditore a citare il regalo, ricompensa per le «cortesie» fatte «ultimamente», come da conversazione Whatsapp. Oppure una mail interna a Vetrya: «Entro domani sera cerchiamo di avere un importo da trasferire a Zuco».
Ma il giro di favori, concluso a marzo 2021, non si sarebbe esaurito nell’affidamento degli appalti alla società di Orvieto.
Nella gestione quasi personalistica dei Giochi rientrerebbe pure il tentativo di Zuco di pilotare l’individuazione del logo olimpico, «per interessi di carattere personale, non altrimenti giustificabili», insistendo con Tomassini, la cui società era chiamata a gestire il televoto per la scelta finale. E poi la gestione Novari, caratterizzata da un «contesto di opacità», reso tale dall’assunzione di «personale dipendente, conosciuto da Novari stesso nell’ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali o per cointeressenze societarie».
E infatti, precisa il procuratore di Milano Marcello Viola, «gli accertamenti in corso hanno a oggetto anche le procedure adottate per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici, nonché per l'assunzione di dipendenti della fondazione». Intanto ieri gli inquirenti hanno ascoltato alcuni dipendenti della fondazione, come persone informate sui fatti.
Al momento, non risulta indagato nessuno di loro. E, dal 29 aprile scorso, il sito di Milano-Cortina non ha più alcun legame con Quibyt, la società nel frattempo subentrata a Vetrya, dopo la liquidazione nel novembre 2021. Subentrata in tutto, in qualsiasi affare.
