E Dopo anni di molestie – circostanza formalizzata anche da un ammonimento firmato dal questore di Padova – una donna ha scelto di rompere il silenzio.
Lo ha fatto denunciando tutto alle forze dell’ordine, un anno fa, e ora lo fa pretendendo che quell’uomo candidato a guidare il Comune fosse noto anche per quegli atteggiamenti vessatori. E, ora, vuole raccontare questi anni di grande sofferenza, personale e famigliare: «Per sei lunghi anni sono stata vittima di atti persecutori, fino a quando sono stata aggredita fisicamente e grazie ad alcuni testimoni ho denunciato quello che mi è accaduto», racconta la donna, per la quale viene garantito l’anonimato.
Tutto è cominciato nel 2019, quando la donna si è accorta di essere pedinata: «Conoscevo di vista Luigi Cusin e ho notato che mi seguiva durante le mie passeggiate nel circondario. Ha cominciato ad avvicinarmi con l’auto, insistendo perché andassi a fare un giro con lui», continua la vittima. «Ovviamente ho declinato, gli ho detto di lasciarmi in pace, ma lui non ha desistito. Anzi, ha contattato alcune persone per cercare di avere il mio cellulare. Ho cominciato a ricevere telefonate al numero fisso, in modo anonimo: frasi oscene, ho sempre pensato che fosse lui», continua la donna con amarezza.
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Questa condotta e questi dubbi erano stati segnalati ai carabinieri, che erano riusciti a cogliere sul fatto l’artefice di quegli atteggiamenti persecutori: «Non ha però smesso di perseguitarmi. Un giorno, era il 30 marzo 2023, mi ha seguito con l’auto e mi ha bloccato in un parcheggio. Solo grazie all’intervento di una persona e di altri testimoni sono riuscita ad uscire indenne dalla situazione».
Quest’ultimo episodio ha portato la vittima, nella primavera di quell’anno, a denunciare la vicenda ai carabinieri.
«Ho vissuto e vivo periodi continui di ansia, insonnia, agitazione e di paura per timore di trovarlo vicino a me, di essere seguita, avvicinata e molestata. Ho dovuto cambiare le mie abitudini. Questo mi ha portato ad uno stato di agitazione che ha influito sulla mia tranquillità di essere donna, moglie, madre e cittadina».
Da qui la scelta di scrivere a questore e prefetto per esprimere tutto il rammarico nel vedere il suo stalker tra i candidati a sindaco del paese: «Non posso pensare di non poter essere libera di svolgere una vita tranquilla nell’eventualità che il soggetto possa ottenere una carica pubblica».
E ancora: «Le norme devono essere riviste a tutela di tutte le donne. Continuerò a difendere in ogni modo la libertà di non dover sottostare ad attenzione non volute, non cercate e non richieste».
