È stata una giornata davvero speciale per Fiorello, ricca di commozione, gratitudine ma anche di felicità nel poter condividere il suo percorso artistico e professionale davanti a una platea di giovani studenti universitari. Lo showman siciliano ha ricevuto il Sigillo di Ateneo dall’Università di Urbino. “Osservatore attento dell’uomo, ne interpreta le istanze più profonde con spirito pungente che mai si discosta dal garbo. – ha detto il rettore, Giorgio Calcagnini – Fiorello racconta e la sua grande forza comunicativa si imprime lungo la linea estesa di una riflessione sulla realtà e sui suoi paradossi, a cui sottrae peso col riso. Il suo talento assume un rilievo fuori dall’ordinario, che l’Università degli Studi di Urbino intende riconoscere, insieme alla innata capacità dell’artista di operare feconde contaminazioni tra le varie espressioni della sua fantasia libertaria, che lo rendono, sempre più, un testimone credibile e rappresentativo del nostro tempo”.
Fiorello ha definito questo riconoscimento “troppo importante” e ha iniziato un esilarante racconto della sua carriera, dagli inizi fino ad oggi. “La mia vita è un po’ particolare – ha detto ricordando di aver rincorso da giovanissimo un futuro da calciatore, vocazione ben presto abbandonata -. Tutto quello che mi è accaduto io non l’ho mai cercato”.
Fiorello ha raccontato tutti gli aneddoti legati a più di 40 anni anni di carriera. La prima recita scolastica nel ruolo di Ulisse, l’impatto con il pubblico, il primo “meraviglioso” applauso, il villaggio turistico di Augusta. Proprio lì dove Enzo, capo villaggio, dopo vari mestieri gli propose di fare l’animatore: “Tu, mi disse, devi stare in mezzo alla gente, fidati è il tuo destino. Mentre camminavo verso l’uscita – ha raccontato Fiorello – ho pensato che se avessi superato quella sbarra sarei tornato alla mia triste vita. Feci marcia indietro e quella è stata la mia sliding doors, che mi ha permesso di essere qui oggi”. Un’occasione da cui trarre un insegnamento che lo showman ha rivolto soprattutto agli studenti: “Da soli non si arriva da nessuna parte, c’è sempre qualcuno nella tua strada e io mi sono fidato”.
L’artista ha poi ricordato una delle svolte fondamentali, l’incontro con Bibi Ballandi, conosciuto dal palco dell’Arena di Verona, subito dopo il Festivalbar. “Avevo intrattenuto il pubblico per 45 minuti. In prima fila c’era Ballandi che mi ha sempre ripetuto ‘volare bassi per schivare i sassi’. Mi disse ‘devi fare il varietà in Rai’ e che si sarebbe preso tutta la responsabilità”. Nacque così “Stasera pago io”.
Sul successo ha rivelato: “Non ho mai avuto la velleità di diventare famoso. Oggi il problema è che i social ci stanno indirizzando a questo. Con 10 milioni di follower ti credi dio, ma poi devi fare i conti con la realtà. Quella comunque esiste e per fortuna dobbiamo misurarci. Se dovessi rinascere – ha concluso – cercherei di fare entrambe le cose: studiare e lavorare. Penso che si possa fare l’uno e l’altro, io ho fatto l’altro”.
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