TRIESTE. Il termometro segna 22 gradi, i volti sotto le maschere sono fradici di sudore. L’anticipo d’estate, però, non intacca minimamente l’atmosfera carnascialesca: se si ignora il caldo inusuale, sembrerebbe di assistere alla tradizionale sfilata dei primi mesi dell’anno.
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“Re Carnival – Carnevali senza frontiere” ha invaso, ieri pomeriggio, il centro di Trieste, attirando la curiosità di centinaia di persone. L’evento, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, ha colto di sorpresa anche numerosi turisti, spaesati e allo stesso tempo affascinati dallo spettacolo che andava in scena di fronte a loro.
I primi carri si muovono nella tarda mattinata, partendo da Muggia e da Opicina in direzione delle Rive. Altri sono già in attesa da giorni, arrivati in città dalla Slovenia e dalla Croazia, da Venezia e da altre località regionali. Lentamente, a ora di pranzo, si distribuiscono lungo riva Grumula, mentre qualcuno inizia a interrogarsi sulla loro strana presenza.
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«What is that?», chiede un turista ignaro, camminando con la sua compagna dietro le transenne. I dubbi vengono sciolti alle quattro e mezzo di pomeriggio, quando la parata compie i suoi primi passi. Al momento della partenza, i carri e i gruppi mascherati coprono una buona fetta delle Rive: dal parcheggio di riva Ottaviano Augusto fino a piazza Venezia, dove si è radunato un centinaio di persone. La platea più affollata è, tuttavia, quella di piazza Unità, grazie anche a una tribuna ad hoc allestita per ammirare il passaggio delle maschere: da lì, il percorso prevede come destinazione piazza Tommaseo.
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In testa al gruppo circense c’è la compagnia muggesana “Bulli e Pupe”, con un carro a tema cinematografico accompagnato da personaggi hollywoodiani d’ogni genere. Segue un enorme Albert Einstein di gomma, intento a svolgere una versione macroscopica della settimana enigmistica: è l’animazione scelta dalla compagnia “Trottola”, applaudita fragorosamente dal pubblico di piazza Unità. Dietro ancora, un Arlecchino di cartapesta adorna il carro della compagnia “La Bora”.
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Ma nella sfilata c’è spazio persino per la storia. Il 700esimo anniversario della morte di Marco Polo viene celebrato dall’Istituto Nuove vie della Seta di Trieste con i costumi tradizionali delle etnie cinesi, fra esibizioni di arti marziali e danze folkloristiche. A livello internazionale, poi, spicca la delegazione francese Planet Vapeur della città di Nizza e la sua parata “Aquatica”, composta di animali marini, attori su trampoli e macchine sceniche.
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La festa, in ogni caso, si estende in ogni via laterale, fra i costumi di chi passeggia come fosse martedì grasso. Ascoltando la voce dei passanti, le reazioni che si colgono sono diverse. Luisa Millo, muggesana venuta apposta in piazza Venezia per assistere alla partenza della sfilata, non cela il suo entusiasmo: «Ho il carnevale nel sangue – racconta – e non potevo perdermi questa giornata». Al pari di Luisa, anche i turisti – benché spesso disorientati – appaiono perlopiù soddisfatti: Iva Reising, austriaca nata a Vienna in visita in questi giorni a Trieste, ammette di aver saputo all’ultimo dell’iniziativa, ma dice di essersi «divertita molto» assieme alle sue amiche.
Ma, sommessamente, si levano anche alcune voci critiche. Dice Graziana Franovich, residente in centro città: «Il prezzo è il disagio di chi abita nelle vicinanze». E, poco dopo, aggiunge: «Spostarsi è diventato impossibile...».