Negli anni ci sono state varie mobilitazioni per preservarla dal degrado e farla tornare come bene storico, sancito dalla Soprintendenza, alla comunità di Marghera. Ma ora il destino per l’ex chiesetta della Rana di Marghera, attigua al vecchio Petrolchimico, è quello di una vendita all’asta. C’è già una offerta ma si va al confronto finale con una asta, a rialzi minimi di 500 euro, partendo da 10.300 euro.
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Ultimo atto della procedura, avviata a marzo 2024, il prossimo 27 maggio alle 15.30 con una procedura gestita dal dottor Piero De Bei (studio Candiotto) curatore fallimentare della procedura gestita da Gobid International auction group srl. In cessione la chiesetta fronte strada e un vano ad uso officina, dismessa, in «scadente stato di conservazione», si legge dagli atti.
Se sarà venduta cosa diventerà? La chiesetta della Rana ha un vincolo come bene storico della Soprintendenza ed è un bene antico, del XVI secolo. Nel 2022 era finito occupato dai senza fissa dimora e Gianfranco Bettin si era appellato, ancora una volta, al Comune per farlo tornare alla comunità.
Da anni si sono mobilitati per una tutela e contro il degrado il gruppo dei “Margherini doc” che hanno lanciato un appello a Comune, autorità portuale, Patriarcato per salvare un pezzo, importante, della storia di Marghera.
Interessante il numero della rivista “La Cisterna” dedicato a questo edificio, con immagini ed episodi storici su questa chiesetta, la Beata Vergine delle Grazie che è un simbolo della storia del territorio, prima dell’avvento delle fabbriche. La chiesetta era, infatti, di proprietà dei nobili Rana, che si stabilirono nella zone dei Bottenighi, di origine romana. Del borgo e degli immobili dei Rana non vi è più traccia.
La chiesetta è stata dismessa dopo la Seconda guerra mondiale, quando divenne il ricovero dei morti dei bombardamenti alleati su Marghera, e diventò di proprietà di privati che ne fecero una officina meccanica mantenendo la facciata, rimasta oggetto di devozione, visto che è diventata una sorta di capitello votivo a fianco di via Fratelli Bandiera, spesso danneggiata da camion di passaggio.
Nel 2015 si progettò un restauro da parte dell’Autorità portuale, di intesa con Municipalità e Comune assieme alla Soprintendenza ma tutto si è fermato. E ora va all’asta, come un banale magazzino. —
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