Parte la trasformazione alberghiera di Palazzo Querini Dubois, il magnifico palazzo rinascimentale veneziano affacciato da un lato sulle adiacenze di campo San Polo e dall’altro sul Canal Grande, di proprietà di Poste italiane, vuoto e inutilizzato ormai da dodici anni e affidato a Europa Gestioni Immobiliari (Egi), la società di Poste che si occupa appunto della valorizzazione degli immobili di proprietà del gruppo.
La Soprintendenza veneziana ha già autorizzato i saggi e le indagini preliminari all’intervento, affidato a un pool di imprese che comprendono lo studio di progettazione veneziano Ai Progetti, Teresa Sapey &Partners e lo Studio Apostoli, veronese, che si dovrebbe occupare della parte benessere della nuova struttura.
Secondo quanto reso noto dallo Studio Ai Progetti, la proposta mira a convertire il palazzo in una Schola, reinterpretando in chiave contemporanea un’istituzione tipica della cultura veneziana.
È previsto un salone museale e ricreativo, spazi di ristorazione e wellness, ambienti residenziali e ad uso comune, mantenendo naturalmente la struttura storica del palazzo. Il progetto, già predisposto in precedenza secondo le indicazioni di Egi, prevedeva la realizzazione di 31 stanze e sei suite, con un ristorante, un bar, atelier commerciali, un salone congressi e una sala espositiva.
Le Poste vogliono mantenere la proprietà di Palazzo Querini Dubois, ma affidarlo a un operatore alberghiero che si occuperà appunto di trasformarlo in hotel, pagando poi alla società un consistente canone di concessione d’uso.
Come mai, pur essendo in vigore la delibera blocca-alberghi della giunta Brugnaro che vieta nuove trasformazioni alberghiere nella città storica a meno di particolarissime deroghe - Palazzo Querini Dubois può avere una trasformazione di tipo ricettivo? La destinazione d’uso alberghiera era stata concessa a Palazzo Querini Dubois dal Comune qualche anno fa in cambio della rinuncia al milione di euro circa pattuito (sui 5,3 milioni reclamati) per affitti non versati dalla Biennale, ospitata per dieci anni nel palazzo adiacente a campo San Polo, a spese di Ca’ Farsetti.
[[ge:gnn:nuovavenezia:14313594]]
Era stato questo, infatti, il singolare accordo stragiudiziale che il Comune aveva sottoscritto con la società immobiliare di Poste italiane, per scongiurare una causa milionaria già avviata in Tribunale contro la Biennale, che sarebbe stata quasi certamente persa. Le Poste avevano accettato di «monetizzare» il debito con la valorizzazione patrimoniale di Palazzo Querini Dubois, con il cambio di destinazione d’uso a turistico-ricettivo.
Il palazzo, di origine quattrocentesca e completamente ristrutturato alla metà del Cinquecento, è composto di cinque piani e tre ammezzati, con una superficie complessiva di 3.900 metri quadri, oltre a una corte esterna di 220 metri. L’ultima apertura al pubblico risale al dicembre 2012, quando ospitò la mostra dedicata ai 150 anni di Poste Italiane.
Da allora il vuoto e il silenzio, fino alla svolta alberghiera. Egi aveva già incaricato una società di consulenza e intermediazione nel settore immobiliare, la divisione italiana della Coldwell Banker Commercial, di selezionare un operatore alberghiero qualificato, interessato alla riconversione in hotel di lusso del palazzo, versando un canone di affitto a Poste Italiane.
[[ge:gnn:nuovavenezia:14313595]]
Che in una nota parla di «una proposta che unisca la valorizzazione del patrimonio aziendale all’innovazione mediante un uso più ampio dell’antico edificio, arricchito da un suggestivo affaccio sul Canal Grande. Per le Poste Palazzo Querini Dubois dovrà essere -prosegue la nota - un punto di riferimento per la città e per i suoi abitanti: da antica dimora aristocratica, simbolo per la società veneziana, a luogo aperto agli eventi e all’accoglienza, destinato ai veneziani e a persone di ogni età e provenienza». Si ipotizza, pare di capire, anche un possibile uso pubblico. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
