Quattordici inquilini del suo palazzo si erano costituiti parte civile nei confronti di Giovanna De Toni, 67enne astrologa, residente in un appartamento Ater in via Marghera, accusata di stalking aggravato dall’odio razziale. Dieci minuti di camera di consiglio. E dopo un anno e mezzo di processo, il giudice Vincenzo Santoro l’ha assolta «perché i fatti non sono previsti dalla legge come reato». La pubblica accusa aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi.
È andata diversamente. Sorriso sornione da parte dell’imputata, arrivata in aula appoggiata al suo bastone, difesa dall’avvocato Marco Destro. «Avete visto?» si è rivolta agli inquilini presenti al termine della lettura del dispositivo), mentre si allontanava. Inquilini delusi, se non disperati, che prima avevano presentato una serie di denunce e poi si erano costituiti parte civile (tutelati dall’avvocato Carlo Bermone) reclamando un risarcimento di 30 mila euro. Piange la signora Jacqueline, mamma di cinque ragazzi (dai 6 ai 17 anni), destinatari degli epiteti con riferimenti razziali: «Quanto dovranno soffrire ancora i miei figli? Non possono nemmeno andare a giocare in giardino: li offende di continuo. Il più grande è stato sfiorato da un liquido che aveva odore di candeggina». Interviene Silvia, 53 anni: «Io sono nata e cresciuta in quel palazzo, siamo sempre andati tutti d’accordo. Tante volte abbiamo fatto le grigliate insieme. Adesso, forte di questa sentenza, potrà fare quello che vuole. Come è possibile con tutti i filmati e i sonori che abbiamo allegato alle denunce? Purtroppo fa le carte pure a qualche politico...».
Spiegano Maria Teresa e anche il signor Sandro: «Prima di trasferirsi in via Marghera, abitava altrove e ha avuto un altro processo per reati analoghi. Assolta anche in quel caso. La convivenza con lei? Impossibile. Che faremo? C’erano filmati e registrazioni.È giustizia questa? Perché nessuno ci ha interrogato? Come è possibile che tante famiglie si siano unite nelle denunce e siano rimaste inascoltate?».
Secondo quanto emerso dall’indagine del pm Sergio Dini, dal 2019 l’imputata avrebbe molestato gli altri condòmini con decine e decine di messaggi via whatsapp e telefonate, insulti urlati dalle finestre o negli spazi comuni, videoriprese, sputi e lanci di bucce al passaggio dei vicini. In diverse occasioni avrebbe chiamato le forze dell’ordine dichiarando di essere vittima di angherie altrui: tra le finestre del suo appartamento era apparso un lenzuolo con la scritta “aiuto” tanto da far arrivare alcune pattuglie. «Mi deridono. Pure stanotte i vicini hanno continuato a battermi sulla porta di casa... Sono spacciatori... Ho una invalidità civile al 75% e vogliono darmi la colpa perfino di quattro anziani morti... Mi danno delal strega» aveva dichiarato in aula l’imputata, che si era fatta intervistare da Barbara D’Urso durante una trasmissione Mediaset.