Aveva fatto sperare tutti noi in un’impresa tipicamente da Foro Italico Francesco Passaro, n.240 del mondo e arrivato a un punto dagli ottavi di finale agli Internazionali d’Italia. Peccato che il sogno si sia infranto sul più bello contro un giocatore più esperto e solido come Nuno Borges. In più, l’aver giocato alle 11:00 del mattino sotto il cocente sole romano di certo non ha reso la situazione più agevole.
“Non era facile a livello fisico“, spiega il perugino in conferenza stampa, “venivo da 4-5 partite dure. Sono contento di come ho affrontato i momenti difficili, di come ho gestito il tie-break anche se l’ho perso. Non ho niente da recriminarmi tranne il match point ma fa parte del tennis, in fondo al primo turno ho vinto annullandone tre. Inoltre sicuramente ero un po’ stanco, ho fatto 4 partite, di cui 3 vinte 7-6 al terzo. Fatica e stanchezza hanno fatto anche il loro. Sul 3-3 poi ho piazzato i due doppi falli. Ciò che porto con me è la consapevolezza che dovrò cercare di essere un po’ più aggressivo nei momenti importanti“
Passare tre turni a Roma dà una nuova dimensione, inizia a mettere un nome sulla mappa, questo è poco ma sicuro. Se ne è infatti accorto lo stesso Passaro a seguito della prima vittoria in carriera su un top 30: “Dopo la vittoria con Griekspoor qualche giocatore ha iniziato a salutarmi e congratularsi della vittoria, magari iniziano a preoccuparsi. Spero che abbiano paura di giocare contro di me. Roberto e tutto il mio team erano veramente soddisfatti della partita che ho fatto oggi. Io ero un po’ rammaricato per l’occasione che ho avuto, ma sono esperienze che dovrò cercare di portarmi nei prossimi tornei“
E qual è l’arma principale di Francesco? In realtà basterebbe guardarne le partite per capirlo, oltre all’intensità e al coraggio che mette in ogni punto: “Il servizio in kick è una delle mie armi principali, in una partita intera cerco di variare il più possibile. Giocando contro giocatori di altissimo livello, non posso però mettere lo stesso servizio se no me lo leggono, devo cercare di variarlo”.
Oltre alla gloria momentanea bisogna rendersi contro e prendere atto di quanto questo torneo di Roma possa rendersi importante anche a lungo termine, sulle aspettative che si creeranno andando avanti per Francesco, riavvicinatosi prepotentemente alla top 150. “Sicuramente non è facile“, quasi pensa ad alta voce Passaro, “sarò sotto gli occhi di tutti perché magari si aspettano che faccia subito risultati buoni, però credo che debba provare a migliorare, portare questo atteggiamento in tutti gli allenamenti e tutte le partite che giocherò. Questo è l’obiettivo che ci siamo posti con tutto il mio team. C’è però stato un anno in cui invece di parlare della tattica parlavamo di aspetti mentali, di me che non lottavo. E questo non può succedere, l’atteggiamento deve esserci. Dipende dalle sensazioni quotidiane, ma saremo contenti quando in 20-30 partite parleremo sempre e solo di tattica“. Roma 2024, un nuovo inizio. Ad maiora.
