Suggestivo e commovente il saluto degli allievi agenti per l’ispettore Christian Di Martino, che in queste ore sta lottando per la vita in ospedale dopo l’aggressione subita alla stazione di Lambrate a Milano. “Forza Christian” urlano. Sequenze che hanno colpito la premier Meloni che ha condiviso e rilanciato il video dai suoi canali social. L’aggressore è un cittadino marocchino, è irregolare da 22 anni sul territorio italiano. Ha a suo carico tre ordini di espulsione, mai eseguiti. Pregiudicato e finito più volte in carcere.
Era stato di nuovo fermato pochi giorni fa per aver minacciato con un rasoio alcuni passeggeri di un treno ad alta velocità. Denunciato a piede libero, è salito a Milano; dove ha ferito gravemente il poliziotto, per ora stabile ma grave. Il Corriere della Sera ha ricostruito la “carriera” di Hasan Hamis, 37 anni, i suoi alias e le sue strategie per aggirare la legge che iniziano dal 2002. Ora deve rispondere dell’accusa di tentato omicidio.
Queste le modalità con cui ha aggirato le leggi italiane: il cittadino marocchino è stato segnalato la prima volta in Italia il 18 dicembre 2002, a Napoli. Come scrive il Corriere, qui viene fermato dalla polizia: l’uomo ha fornito un nome falso e i documenti non erano in regola. Il primo provvedimento di espulsione risale a due anni dopo, il 2004, emesso dal prefetto di Napoli. Ma Hamis non lascia l’Italia spontaneamente e non viene nemmeno imbarcato su un volo per il Marocco. Il secondo provvedimento arriva sempre da Napoli, nel 2012: anche in questo caso, il cittadino marocchino non lascia il Paese. In questo lasso di tempo -leggiamo ancora- Hamis si è reso protagonista di diversi reati: rapina aggravata, furto, lesioni personali, droga e sequestro di persona, agendo sempre col coltello. Viene più volte chiuso in carcere a Poggioreale (Napoli) e ad Ariano Irpino (Avellino).
Hamis, durante i controlli di polizia ha spesso fornito false identità per eludere i controlli ed è arrivato a fingersi egiziano ma anche palestinese e israeliano. Ad Avellino arriva il terzo provvedimento di espulsione, del luglio 2023: Hamis deve essere rinchiuso in un Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio. Tuttavia nelle strutture non c’è posto, e l’ordine di espulsione si tramuta in un invito a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. L’uomo resta però in Italia, come peraltro aveva già fatto nel 2021, quando l’ufficio Immigrazione della questura di Avellino aveva cercato contatti con il consolato marocchino per espellerlo: da Rabat non è però mai arrivata una risposta.
Ciò accade perché gli archivi anagrafici sono incompleti: per espellere uno straniero serve che il Paese d’origine ne riconosca la cittadinanza; oppure perché mancherebbe “la volontà di farsi carico di un cittadino problematico”. Pertanto Hamis è rimasto in Italia. resta in Italia, e ricompare domenica scorsa, il 5 maggio, quando su un treno ad alta velocità per Bologna minaccia con un rasoio alcuni passeggeri. Bloccato dalla polizia ferroviaria, viene denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Poi sale a Milano, fino all’accoltellamento di Di Martino.
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