TRIESTE. Mi bruciava tutto, respiravo a fatica, mi sentivo soffocare e ho avuto anche una reazione allergica, stavo malissimo». Leonardo Milos, 27 anni, triestino, è appena uscito dalla visita oculistica all’ospedale Maggiore: dovrà medicare gli occhi per un mese e mezzo, più volte al giorno, con del collirio.
È lui il ragazzo che sabato sera è stato rapinato e aggredito con lo spray urticante. È successo poco dopo mezzanotte, dietro Eataly: uno straniero gli ha portato via il borsello con dentro il portafogli e per fuggire gli ha spruzzato addosso la sostanza. Negli occhi e in bocca.
Il ventisettenne accetta di raccontare ciò che gli è accaduto perché vorrebbe anche sensibilizztare la città: «Trieste purtroppo non è più una città sicura – spiega – vorrei che si intervenisse ctoncretamente. Ci sono fatti bruttissimi di continuo: pestaggi, stupri, rapine armate...non se ne può più».
E lui ne sa qualcosa. È da poco passata la mezzanotte quando Milos, in quel momento assieme ad alcuni amici, viene avvicinato da un gruppetto di tre ventenni stranieri. «Credo fossero marocchini, ma uno aveva la pelle molto scura». I gruppi però sono due: l’altro, con cinque o sei giovani «marocchini», è più defilato di qualche metro.
Indossano felpe e scarpe da ginnastica firmate, pantaloni “streetwear” in stile cargo con i tasconi ai lati. «Si avvicinano e mi chiedono cocaina – ricorda il ventisettenne – io faccio capire che non mi interessava».
Il ventisettenne appoggia il borsello su un muretto. «Uno del gruppetto, quello della cocaina, lo afferra e me lo porta via. Io tento di riprenderlo, ma lui lo dà ai suoi amici dicendo di non aver visto nessun borsello». Il gruppo di extracomunitari continua a passarsi il borsello di Milos. «Mi stavo arrabbiando... quindi, appena sono riuscito, mi sono scagliato su quello che lo teneva in mano in quel momento tentando di riprendermelo». Ma quest’ultimo reagisce: «Tira fuori lo spray e me lo spruzza negli occhi a distanza molto ravvicinata... io urlo e me lo spruzza anche in bocca. Mi bruciava tutto il viso, sentivo gli occhi, la faccia e la gola gonfiarsi. La gola era chiusa, mi sembrava di soffocare con la mia stessa saliva».
Gli amici allertano i soccorsi. Arrivano il 118 e i Carabinieri. Ma l’aggressore si è già dileguato lungo le vie del centro assieme ai due gruppi che erano con lui, facendo perdere le proprie tracce.
«Soffrivo moltissimo – ricorda il ventisettenne – in Pronto soccorso mi hanno fatto dei lavaggi con l’acqua, ma non ce la facevo più. E ho avuto anche una reazione allergica alle gambe».
Milos trascorre l’intera nottata in ospedale e ieri è ritornato per la visita oculistica al Maggiore. «Non mi è ancora passato – afferma– ne avrò per un mese e mezzo».
Il ventisettenne, che intende appoggiarsi all’avvocato Cristina Maria Birolla, andrà fino in fondo. «Voglio che questa gente paghi per ciò che ha fatto. Tra l’altro – precisa – credo di sapere chi siano. Questa gente gira in zona piazza Perugino e si è resa responsabile di altri fatti analoghi».
Le indagini sono in corso: è la Polizia di Stato a occuparsene. Saranno visionate le telecamere della zona, innanzitutto. Ma l’aggressione al ventisettenne triestino è solo l’ultima in ordine di tempo: la sera prima, venerdì, due giovani stranieri – un tunisino e un kosovaro – avevano messo a segno ben cinque rapine a ripetizione, armati di coltello e martello, fermando e minacciando i coetanei che incontravano. Hanno rubato soldi, catenine, maglie e telefonini. Il tunisino, maggiorenne, è stato arrestato; mentre il complice kosovaro, che è minorenne, è stato denunciato.
«Vorrei che ci fosse un’iniziativa pubblica per contrastare queste bande di stranieri – conclude Milos – vorrei che questa città facesse qualcosa».