Non attacca a viale Mazzini lo sciopero indetto per oggi dall’Usigrai. Nonostante la mobilitazione, le edizioni di metà giornata di Tg1, Tg2, Gr1 e Rainews, compresa l’edizione del mattino, sono andate regolarmente in onda con servizi firmati, collegamenti e resoconti sulle principali notizie del giorno. A non andare in onda è stato invece il Tg3. […]
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Non attacca a viale Mazzini lo sciopero indetto per oggi dall’Usigrai. Nonostante la mobilitazione, le edizioni di metà giornata di Tg1, Tg2, Gr1 e Rainews, compresa l’edizione del mattino, sono andate regolarmente in onda con servizi firmati, collegamenti e resoconti sulle principali notizie del giorno. A non andare in onda è stato invece il Tg3. Per quanto Rainews la testata ha anche rispettato la scelta di alcuni colleghi che avevano deciso di aderire alla mobilitazione, mandando in onda i loro servizi con la scritta in sovraimpressione: “Registrato prima dello sciopero”. In coda alle edizioni dei notiziari sono stati letti sia il comunicato dell’Usigrai sia la replica dell’azienda.
L’Usigrai ha motivato la protesta con critiche alla gestione del personale e rivendicazioni di autonomia e libertà, lamentando “tentativi di censura”. L’azienda ha replicato contestando che la decisione di scioperare è stata assunta “su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori” e “si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche”. “Alcuna censura o bavaglio è stato messo sull’informazione”, ha chiarito Viale Mazzini, invitando l’Usigrai “a cessare di promuovere fake news che generano danno all’immagine dell’azienda”.
La posizione assunta da Usigrai, del resto, non è stata condivisa da molti degli stessi giornalisti dell’azienda, che hanno trovato voce nel nuovo sindacato Unirai. “Unirai è voce libera e indipendente di giornalisti che non si fanno piegare dalle pressioni o dagli insulti di chi è stato abituato ad occupare la Rai”, ha chiarito il sindacato alla vigilia della protesta, rivendicando che “le centinaia di colleghi che saranno sul posto di lavoro (dopo che un’assemblea si è pronunciata all’unanimità su questo punto), perché contrari a una mobilitazione ideologica, possono e devono produrre quello che fanno ogni giorno e il frutto del loro lavoro deve andare in onda”.
“Chi si sente padrone della Rai deve semplicemente prendere atto che questa è la stagione del pluralismo. Domani andremo a lavorare insieme ad altri 16mila dipendenti di questa grande azienda che va rilanciata e non infangata ogni giorno dopo averla lottizzata, in maniera abusiva, per decenni. È caduto il muro di Berlino, figuriamoci se non può cadere il monopolio dentro la Rai”, ha concluso Unirai.
“Liberi di scioperare, liberi di lavorare. Crolla il muro del monopolio sindacale. Vince la libertà di scelta per tutti. In onda i Tg Rai”, ha scritto su X il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, rilanciando le foto dei Tg andati in onda.
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