foto da Quotidiani locali
Sergio Maioni torna a bussare alla porta del municipio di corso Italia per chiedere a gran voce la riapertura in vista del prossimo inverno dei tracciati di Fiames destinati alla pratica dello sci di fondo. Il pioniere degli sci stretti in Ampezzo ha atteso la fine dell’inverno per riprendere la parola, speranzoso che «quanto visto nei mesi scorsi non si ripeta più in futuro».
Un appello accorato, quello firmato ancora una volta da colui che nei primi anni Settanta, tracciando una pista che partiva dalla porta di casa sua, inaugurò l’attività del fondo a Cortina; destinataria dell’invito a muoversi per tempo è ovviamente l’amministrazione comunale, invitata a convocare il prima possibile una conferenza dei servizi utile a sbloccare la situazione d’impasse che per tutto lo scorso inverno ha paralizzato la pratica del fondo a Fiames e dintorni. «Qualcuno potrebbe sorridere di fronte al fatto che abbia deciso, oggi che siamo alle porte dell’estate, di riportare a galla un vecchio problema che riguarda lo sci», ha esordito Maioni, «ma è adesso che bisogna intervenire se si vuole evitare un altro inverno come quello appena trascorso.
Una stagione disastrosa per la pratica del fondo, un movimento storico che la chiusura delle piste ha azzerato. Ma quel che è stato ormai è stato, non ha senso guardare indietro e piangere su quanto abbiamo perso. L’obiettivo ora è spostare l’attenzione sul futuro. Cortina ha bisogno di riavere le sue piste dedicate allo sci di fondo, possibilmente attuando una politica più chiara e rispettosa non solo nei confronti del territorio ma anche dei tanti turisti che scelgono la conca non solo per praticare lo sci alpino ma anche il fondo. E, lo dicono i numeri, questi ultimi sono in tanti».
L’occasione è stata utile a Sergio Maioni per riavvolgere il nastro e tornare allo scorso mese di febbraio quando Seam, braccio operativo del Comune di Cortina, dopo un lungo tira e molla, annunciò la riapertura almeno dei tracciati situati tra Cimabanche ed Ospitale. «Le promesse in realtà non sono state mai mantenute», ha sottolineato Maioni, «l’annuncio della riapertura di quei tracciati è stata soltanto un’operazione di facciata. Era stato promesso anche un bus navetta in grado di portare gli appassionati del fondo da Fiames a Cimabanche e ad Ospitale, ma nessuno lo ha mai visto. C’è stato poi un altro fatto meritevole di essere segnalato. La riapertura dei sentieri attorno a Fiames, non per la pratica del fondo ma per essere percorsi a piedi oppure in bicicletta come si leggeva sulla delibera, è stata accompagnata da cartelli di divieto mai rimossi, che hanno avuto, come prima e più immediata conseguenza, quella di scoraggiare chiunque alla fruizione di quei percorsi. Anche quest’ultima situazione, unita a tutto il resto, ha contribuito a tenere lontane da Fiames tantissime persone a svantaggio di coloro che in quell’area hanno concentrato il proprio lavoro. Maestri di fondo, ma anche noleggi e bar che hanno vissuto un inverno che definire drammatico forse è ancora un eufemismo. Oggi però non è più il tempo delle polemiche. L’auspicio è che quanto vissuto torni utile come esperienza per cambiare registro. Ma questo deve avvenire adesso», conclude Maioni, «non certo in autunno. A quel punto sarà troppo tardi e si andrà incontro ad un altro inverno tragico per il fondo e i fondisti».
