Effetti velocissimi. Anzi, immediati. Dopo la sentenza della Cassazione di fine febbraio sull’autovelox non omologato della tangenziale di Treviso, si annunciano tempi magrissimi anche per i Comuni della provincia di Belluno. Quello di Arsiè ha appena perso anche in Appello, dopo che già il giudice di pace aveva dato ragione all’automobilista fotografato in eccesso di velocità (oltre i 90 chilometri orari) sulla statale 50 del Grappa e di passo Rolle.
Il verbale contestato dall’avvocato Luca Savoldelli è diventato un foglio di carta straccia, anche perché impugnare la sentenza del giudice civile Beniamino Margiotta e andare di fronte alla suprema corte sarebbe una gita inutile, oltre che uno spreco di denaro pubblico. Non bastasse tutto questo, il dispositivo arsedese non sarebbe nemmeno approvato.
Fino a pochi mesi fa, capitava che i pronunciamenti del giudice di pace Fabrizio Schioppa venissero ribaltati in secondo grado e le amministrazioni comunali potessero riscuotere le contravvenzioni, ma d’ora in poi non sarà più così e il rischio è quello che parta un’ondata di ricorsi dal finale scontato.
In questo caso, la sentenza del giudice di pace 285/2022 depositata il 13 dicembre «accoglieva il ricorso presentato dall’odierno appellato avverso il verbale di accertamento di violazione del Codice della Strada». Secondo il magistrato onorario, «l’illegittimità dell’accertamento esperito con apparecchiature approvate ma non omologate sarebbe stata confermata dalla recente giurisprudenza, anche di legittimità, formatasi sulla materia». Il misuratore di velocità è semplicemente approvato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non provvisto dell’omologazione, che sarebbe imposta dalla normativa.
Il sindaco Luca Strappazzon – che ha sempre sottolineato che si tratta di «una questione di sicurezza, non di cassa» e non se l’è sentita di rivelare se il velox sia ancora in funzione oppure no – ha dato mandato all’avvocato comunale di impugnare la sentenza con un ricorso articolato in cinque motivi, che è stato depositato in cancelleria il 25 maggio 2023. Se n’è discusso lo scorso 24 aprile e il giudice Margiotta è arrivato alla conclusione che nessuna delle lamentele è fondata, respingendo l’appello, soprattutto sulla base del recente pronunciamento della Cassazione, citato dall’avvocato Savoldelli.
Ma per Arsiè c’è anche dell’altro: «L’apparecchio di rilevamento EngiNE Srl EnVes Evo MVD 1605 non è né approvato né omologato, ma sarebbe dotato esclusivamente del certificato di taratura del 16 febbraio 2022 emesso dal laboratorio accreditato Pulenergy Metrovis e definito impropriamente “certificato di taratura e approvazione”».
