“Una targa c’è già“. È con questa motivazione che i condomini del palazzo romano di via Pisanelli 40 – che fu di Giacomo Matteotti – hanno bocciato, con una votazione ufficiale, la richiesta del Comune di Roma di porre una nuova targa in memoria del deputato socialista ucciso per la dura opposizione fatta al regime fascista di Benito Mussolini. La targa già presente non contiene riferimenti politici ai responsabili del delitto e fu affissa da un inquilino del quinto piano del palazzo, l’architetto Paolo Marocchi, al tempo vicino di casa di Matteotti, in modo da ricordare il deputato dopo la sua uccisione. Un’iniziativa quindi non autorizzata e tecnicamente abusiva. E la nuova mossa del Comune è stata quella di “regolarizzare” la situazione e correggere “l’imperfezione”. Mossa che, ad alcuni condomini, non piace.
Il palazzo situato nel quartiere Flaminio in una zona residenziale e ordinata di Roma, fu di Matteotti, della moglie Velia e dei tre figli. Da qui il politico uscì il 10 giugno del 1924 e non fece più rientro. Fuori casa ad attenderlo una squadra fascista capitanata da Amerigo Dumini. E, oramai quindici anni fa, l’architetto Marocchi decise di apporre la targa-ricordo, pagandola di tasca propria, con scritto: “Qui abitava Giacomo Matteotti quando uscendo di casa il 10 giugno 1924 andò incontro alla morte”. Nessuno ha contestavo l’iniziativa e non è stato mai riscontrato nessun imbrattamento. La discussione sulla targa, però, si è accesa quando il Comune della Capitale ha deciso di proporre una nuova lastra in travertino romana, di ottanta centimetri in larghezza e nove di altezza. Una targa più “puntuale” nel ricordare che i responsabili dell’uccisione di Matteotti siano stati dei fascisti.
La lettera del Comune, come riportato da Repubblica, è giunta al condominio di via Pisanelli sabato 27 aprile ricordando che la “sovrintendenza capitolina ai beni culturali chiede con cortese urgenza un parere vincolate per l’affissione di una targa che ricordasse l’uccisione“. Il Municipio, in collaborazione con la Fondazione Matteotti, ha proposto una nuova dicitura: “In questa casa visse Giacomo Matteotti (1885-1924) fino al giorno della morte per mano fascista. Roma pose cent’anni dopo in memoria del martire del socialismo e della democrazia”. Quest’anno, infatti, saranno 100 anni dall’uccisione del deputato socialista. Ma il condominio, chiamato a votare, si è diviso. C’è chi vuole che nulla cambi, evitando un raddoppio delle targhe, e c’è chi invece apprezzo il richiamo “per mano fascista”. Dunque, proposta bocciata e la palla torna in mano al Comune.
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