Il titolo diceva già tutto: “Insetti commestibili. Cibo del passato, risorsa del futuro”. A confrontarsi sul tema sono stati, nell’ambito di Udine Cocktail Week e del Far East Film Festival, Francesca Tulli, docente dell’Università di Udine e Giulia Tacchini, food designer e fondatrice di Entonote. Moderatrice dell’incontro, ospitato al cinema Visionario, la giornalista Anna Dazzan.
Punto di partenza del confronto è stata l’entomofagia, ovvero il regime dietetico che vede gli insetti come alimento, pratica antica documentata già da greci e latini.
Com’è stato rilevato, nella società di oggi l’entomofagia si rivela particolarmente rilevante data la necessità di affrontare la sfida di nutrire il pianeta in modo sostenibile. Gli insetti offrono un’alternativa promettente poiché possono contribuire alla valorizzazione di sottoprodotti attraverso la bioconversione.
Inoltre, ci si propone di riconsiderare il ruolo degli insetti anche come fonte alimentare per gli animali da allevamento, suggerendo un utilizzo più ampio nella catena alimentare.
«Oggi non si può parlare ancora di una domanda verso questi prodotti, ma di curiosità – ha chiarito Tacchini –. Non facendo parte della nostra cultura alimentare, pensare a un insetto nel piatto provoca una reazione di disgusto, non di acquolina in bocca.
Però proprio questa “lontananza” alla fine sta suscitando tanti interrogativi e tante curiosità. Da qui si è cominciato a proporre esperienze graduali con degustazioni di piatti a base di insetti, ed è questo che facciamo con Entonote». Proprio Tacchini, a conclusione dell’incontro, ha accompagnato i presenti ad assaggiare alcuni dei prodotti alla base di questi novel food, dalla farina di grillo agli insetti veri e propri.
«I nostri antenati si nutrivano di insetti e frutta secca prima di arrivare a mangiare la carne», ha ricordato Tacchini. Da parte sua, Tulli ha fatto riferimento all’alimentazione degli animali: «Il mio avvicinamento al tema è passato dall’impiego di farine di insetti per la nutrizione delle specie ittiche. Un passaggio fondamentale per la sostenibilità di questo tipo di allevamenti, e poter immaginare tale tipologia di alimentazione anche per altre classi di animali mi è sembrata una cosa esaltante».
Tra evoluzione normativa e trasparenza nelle etichette dei prodotti a base di insetti, Tacchini ha ricordato come, al giorno d’oggi, in Italia si possano già trovare farina di grillo, camole della farina e la locusta migratoria, le cui uniche controindicazioni sono da ricercare nella presenza di chitina (per quanto riguarda gli allergeni).
«Di ristoranti in Italia che propongono piatti a base di insetti non ce ne sono ancora, in Europa invece sì», ha sottolineato. Ma ci si arriverà, anche grazie all’interesse della Fao rispetto a questo tipo di alimentazione, «più sostenibile e meno impattante per l’ambiente», come ha messo in evidenza Tulli.